Ha ammesso di essere intervenuto perchè voleva aiutare la signora che era insieme al figlio. La sua è stata una deposizione toccante e anche difficile a tratti. «Sì li volevo aiutare – ha spiegato davanti al giudice – e ho sbagliato e mi porto questa cosa dentro di me». E' questo uno dei passaggi più significativi dell'udienza che si è svolta nei giorni scorsi a Roma davanti al giudice monocratico del Tribunale di Roma Massimo Di Lauro, per la morte del bambino di Latina di 4 anni, Marco Grandeforte, precipitato nella tromba dell' ascensore nella stazione della metropolitana Furio Camillo a Roma nel luglio del 2015. Sul banco degli imputati c'è: F.M., queste le sue iniziali, accusato di omicidio colposo.

E' un dipendente dell'Atac che aveva cercato di aiutare il bambino ma che in base alla contestazione della Procura di Roma non era autorizzato a compiere la manovra. Nel corso del processo che è giunto alle battute finali, sono stati ascoltati diversi testimoni tra cui un consulente della difesa, si tratta di un medico che ha spiegato con una deposizione molto articolata la situazione che si era creata all'interno dell'ascensore dove madre e figlio erano rimasti chiusi. Il medico ha ribadito che a causa del calore, le persone che erano all'interno - tra cui il bambino - erano state sottoposte ad uno stress, essendo il 22 luglio e la temperatura fosse molto elevata. Ha deposto poi un uomo che lavora all'ispettorato del lavoro che ha sostenuto che l'imputato non doveva aprire quella porta. Infine la parte centrale dell'udienza ha riguardato la lunga deposizione del dipendente dell'Atac che molto provato da tutta la vicenda, ha spiegando di non aver ancora superato completamente il trauma e che è sostenuto sotto il profilo psicologico per superare quello che è accaduto. L'uomo ha ricostruito con molta precisione le manovre che ha fatto e a tratti si è anche commosso quando ha ripercorso quei momenti. Ha detto che è stata una sua iniziativa quella di intervenire e subito dopo l'apertura di una porta il bambino era precipitato nel vuoto facendo un volo di dieci metri. Alla fine il processo è stato rinviato al 4 febbraio quando saranno ascoltati altri testimoni e non è escluso che si possa chiudere il dibattimento.