Le operazioni di voto relative alle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre scorsi nel capoluogo sarebbero state un disastro in almeno 33 delle 116 sezioni elettorali del comune di Latina.
Ma per l'avvocato Toni De Simone, parlare di disastro è un edulcorato eufemismo, perché le circostanze emerse all'esito di un approfondito riesame del materiale elettorale depositato nella casa comunale lo hanno indotto a depositare al Tar un ricorso con il quale chiede l'annullamento del verbale di proclamazione degli eletti; dei verbali degli uffici elettorali di ben 33 sezioni e della delibera del Consiglio comunale di convalida degli eletti. Il ricorso è stato presentato su istanza di tre candidati consiglieri non eletti, Giovanni Monterubbiano, Alessandro Rossi ed Emilio Cerci, contro il Comune di Latina e nei confronti di tutti gli eletti col voto del 3 e 4 ottobre scorsi.
Dopo aver fatto istanza di accesso agli atti e dopo aver preso visione del copioso materiale elettorale messo a disposizione, i ricorrenti avrebbero ravvisato una serie di incongruenze che si possono riassumere così: in numerose sezioni non è stato determinato il numero vidimante, o il numero di schede vidimate avanzate dopo le elezioni; in altre sezioni non vi è corrispondenza tra il numero di schede vidimate e la somma delle schede utilizzate per il voto e quelle avanzate perché non utilizzate; in altre ancora non è stato possibile completare lo scrutinio; in altre, infine, sono stati denunciati errori marchiani durante le fasi di conteggio dei voti e delle schede.
«Alla luce di quanto esposto - si legge nel ricorso depositato al Tar - il risultato del primo turno (delle elezioni amministrative nel capoluogo, ndr) è inficiato da un significativo numero di voti illegittimamente assegnati e di schede elettorali illegittimamente nei verbali delle sezioni elettorali».