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Il fatto

Dopo le confische, arriva la casa popolare per il figlio di Ciarelli

Il Comune assegna un alloggio pubblico al 37enne Luigi, figlio del boss Carmine, ma i requisiti sono dubbi: al vaglio la revoca dell'atto

Dopo le confische, arriva la casa popolare per il figlio di Ciarelli

Con un decreto destinato a fare discutere, il Comune di Latina ha assegnato un alloggio popolare a Luigi Ciarelli, figlio 37enne del potente Carmine, capo indiscusso della famiglia protagonista di una lunga stagione criminale che le istituzioni hanno spodestato a suon di confische dal quartiere Pantanaccio, roccaforte del clan fino a pochi anni fa. L'atto protocollato mercoledì appare come un provvedimento inopportuno, viziato da evidenti profili di illegittimità, tant'è vero che la struttura commissariale che sta traghettando l'ente locale fino alle prossime elezioni ne sta già valutando la revoca, attesa per la giornata di oggi. Basti pensare che a Luigi Ciarelli, finora estraneo alle inchieste che hanno investito molti dei suoi congiunti, era intestata una delle ville sottratte ai patrimoni illeciti del nonno e del padre, ma di questo ne aveva fatto persino un requisito per accrescere il punteggio di accesso agli aventi diritto della casa popolare. Come se non bastasse faceva leva sulla presenza di un genitore invalido nel suo stato di famiglia, lo stesso padre Carmine.
L'assegnazione è stata ratificata dall'Ufficio Casa del Servizio Patrimonio - Edilizia Pubblica del Comune di Latina, utilizzando la graduatoria formulata dalla Commissione Assegnazione Alloggi dello stesso ente municipale. Un primo alloggio era stato assegnato a Luigi Ciarelli lo scorso 19 gennaio, quando il Comune aveva ricevuto la disponibilità di un appartamento del lotto 46 di viale Nervi, uno dei Palazzoni tra i quartieri Q4 e Q5 che hanno già pagato un prezzo altissimo in fatto di presenze criminali. Dopo un consulto con l'Ater, che gestisce il patrimonio residenziale pubblico e vaglia le assegnazioni in sinergia con Polizia e Procura, l'ufficio tecnico aveva revisionato in autotutela il punteggio assegnato inizialmente al 37enne sulla base dell'auto dichiarazione di necessità, procedendo alla revoca dell'assegnazione della casa il 23 febbraio.
A giustificare il ripensamento del Comune era stata la scoperta che uno dei requisiti principali fosse infondato: Luigi Ciarelli sosteneva di avere perso la proprietà della casa, situazione di svantaggio che conferisce un punteggio notevole, ad esempio in caso di espropriazione di un immobile, ma non nel caso di un'abitazione confiscata in seguito all'applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale, anche se applicata ai propri congiunti, come per lui.

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