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Cronaca

Pubblicità elettorale sulla app di classe, scoppia il caso al Vittorio Veneto

In una app interna sono apparsi i banner pubblicitari di due candidati, Claudio Di Matteo e Dino Iavarone, quest'ultimo vicepreside dell'istituto superiore

Pubblicità elettorale sulla app di classe, scoppia il caso al Vittorio Veneto

Pubblicità elettorale sulla app dell'istituto Vittorio Veneto di Latina, il caso è finito all'attenzione della Digos. La vicenda è scoppiata nelle scorse ore quando sulla app class finder, in uno all'istituto superiore di Latina, sono usciti dei banner elettorali di alcuni candidati tra cui il vicepreside dell'istituto Dino Iavarone. 

Sulla stessa applicazione è inoltre comparso anche il banner di un altro aspirante consigliere, Claudio Di Matteo, candidato al consiglio comunale nella civica della candidata a sindaco del centrodestra, Matilde Celentano. Il caso sarebbe stato segnalato alla Digos.

Sulla vicenda è intervenuta la coalizione di centrosinistra che sostiene il candidato sindaco Damiano Coletta: "Dispiace dover constatare che, ancora una volta, Latina debba balzare alle cronache nazionali per episodi tanto disdicevoli. Non vogliamo più che la città debba essere nota per queste vicende. C'è una parte politica che non perde occasione per coprire di imbarazzo il nome della nostra città e quanto fatto da Dino Iavarone, che peraltro ricopre un ruolo di dirigenza all'interno dell'istituto Vittorio Veneto, rischia di diventare un campanello d'allarme del modo in cui si aspira a governare: con opacità e agendo tra i cavilli delle regole e delle leggi con l'intento di bypassarle.

Auspichiamo un intervento della Digos e che il Ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, decida di disporre accertamenti. La scuola è luogo sì di confronto animato ed appassionato, anche politico e civico perché no, ma non è e non può essere mai luogo di propaganda politica. Dino Iavarone ha fatto uso personalistico di un mezzo comune e condanniamo fortemente questo episodio". 

Spiega la sua versione dei fatti Dino Iavarone che si definisce amareggiato dalla polemica che sta facendo il centrosinistra su questa vicenda: "Non mi aspettavo questo killeraggio politico, come nel caso della polemica sul confronto Coletta Celentano il centrosinistra sta cercando solo lo scontro, non conoscendo evidentemente altra modalità di interazione che non sia la provocazione. Poi chiarisce: "Stiamo parlando di una app privata, con una parte pubblica e una riservata e dedicata alle circolari interne, alla quale chiunque della scuola può aderire su base volontaria e senza alcun obbligo. Mi preme sottolineare che non è il registro elettronico della scuola e che quando la si scarica si presta il consenso, o meno, a riceverne la pubblicità, pubblicità che compare come in tutte le applicazioni, con banner a rotazione da google e dagli inserzionisti e senza possibilità di poterla impedire". Iavarone chiarisce che nessun profilo di illegalità c'è in quello che è successo e che si riserva la facoltà di ricorrere alle vie legali, qualora ne ricorrano i presupposti.
 

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