Cronaca
29.07.2023 - 19:00
Si è svolto nelle scorse ore il processo per direttissima nei confronti del 67enne che mercoledì ha seminato il panico al pronto soccorso di Aprilia, arrivando a minacciare con un taglierino una dottoressa della struttura sanitaria. Una situazione fuori controllo riportata alla normalità solamente grazie al sangue freddo dimostrato dal personale medico e al provvidenziale intervento dei Carabinieri del reparto territoriale di Aprilia, che alla fine hanno arrestato l'uomo.
Ieri mattina il 67enne è comparso davanti al giudice del Tribunale di Latina, Clara Trapuzzano Molinaro, che al termine dell'udienza ha convalidato l'arresto disponendo gli obblighi di polizia giudiziaria. Inoltre nel corso della prima udienza è stato revocato anche il reddito di cittadinanza all'uomo residente ad Aprilia, mentre l'avvocato difensore ha chiesto i termini a difesa e il giudice Trapuzzano ha rinviato l'udienza a ottobre.
La direzione sanitaria della casa di cura: «Solidarietà a tutto il personale sanitario» - Sulla tremenda giornata vissuta mercoledì 26 luglio al pronto soccorso di via delle Palme sono intervenuti anche il management e la direzione sanitaria della casa di cura "Città di Aprilia", che hanno elogiato tutto il personale per essere riuscito a gestire una situazione potenzialmente esplosiva nel migliore dei modi. «Esprimiamo la nostra solidarietà ai medici, gli infermieri e a tutto il personale che lo scorso 26 luglio hanno vissuto momenti terribili, dopo che un paziente 67enne, già noto alle Forze dell'Ordine, ha aggredito gli operatori del pronto soccorso. Secondo quanto ricostruito, soltanto il sangue freddo dei nostri colleghi - scrive in una nota la Casa di Cura Città di Aprilia - e l'intervento dei Carabinieri hanno consentito che nessuno rimanesse coinvolto nella furia di questo soggetto. A riprova della loro professionalità, vogliamo sottolineare che i nostri medici, nonostante le minacce e la violenza subita, hanno comunque prestato le cure del caso al 67enne prima che quest'ultimo fosse tratto in arresto. Episodi simili, purtroppo, accadono sempre con più frequenza all'interno delle strutture sanitarie: una piaga che deve essere combattuta, con ogni mezzo, affinché possa essere sempre garantita la sicurezza di chi lavora all'interno del pronto soccorso. Rinnovando ancora una volta la nostra solidarietà a tutti gli operatori coinvolti nell'aggressione, auspichiamo che possa aprirsi presto un canale di comunicazione con chi di dovere per poter avere un presidio fisso delle Forze dell'Ordine all'interno della nostra struttura».
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