Cronaca
24.08.2023 - 12:00
«Il quadro indiziario si presenta univoco e collimante diversamente da quanto sostento dalla difesa perchè le dichiarazioni delle parti offese hanno oggetto un contenuto assolutamente attendibile sia in termini delle circostanze narrate dagli alunni che in ragione dell'assenza di alcun intento ritorsivo nei confronti del professore di religione». E' questo quello che scrivono i giudici del Tribunale del Riesame nelle motivazioni che hanno lasciato inalterato il quadro accusatorio nei confronti dell'insospettabile insegnante di religione, A.F., queste le sue iniziali, ritenuto il presunto responsabile di violenza sessuale e tentata violenza sessuale su quattro minori. I fatti sono avvenuti a Latina tra il 2021 e il 2022. Il Riesame che aveva rigettato la richiesta della difesa, nelle motivazioni focalizza l'attenzione anche su un grave episodio, avvenuto nei confronti di un minore con cui vi era un rapporto quasi familiare. «Appaiono attendibili le dichiarazioni del minore - hanno scritto i giudici Eleonora Santolini, Lucia Paoloni, Vanessa Manni - che descrive l'atto sessuale in termini di verosimiglianza ed in un contesto di riferimento allarmante quanto alle attenzioni che l'indagato ha mostrato di possedere nei confronti di soggetti adolescenti». I magistrati hanno messo in evidenza anche le dichiarazioni rilasciate dal docente in sede di interrogatorio di garanzia davanti al giudice Giuseppe Molfese. «Sono disancorate dal dato investigativo. I minori hanno narrato gli episodi delittuosi mediante una rivelazione del vissuto con modalità tali da metterne in risalto la drammaticità e la consapevolezza del narrato. Appare evidente - hanno concluso i giudici - che anche per l'incarico di promotore di attività sociali e religiose presso strutture a tutela dei minori che ulteriori soggetti in età adolescenziale possano cadere sotto le sue attenzioni». E infine è riportato che: «la misura restrittiva è l'unica volta ad impedire il concreto rischio di reiterarsi delle condotte criminose e il pericolo di avvicinamento delle vittime da escutersi in dibattimento». L'inchiesta era stata coordinata dal Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Latina. Oltre al reato di violenza sessuale era stata ipotizzata anche la detenzione di materiale pedopornografico: su alcuni apparati erano state trovate immagini di minori. L'inchiesta sul docente di 49enne che insegnava religione al Liceo Scientifico Majorana di Latina era scattata a seguito delle denunce presentate da tre alunni.
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