Cronaca
03.09.2023 - 11:30
Un regolamento di conti per questioni di droga. Questo, secondo gli inquirenti, il movente dietro l'omicidio del 53enne Sandro Epifano, detto "Furgone", ucciso lo scorso 27 agosto. Le indagini dei carabinieri hanno portato però ad un sospettato: si tratta di Luigi Sasso, un 39enne arrestato poiché gravemente indiziato dell'omicidio, che proprio la notte dell'omicidio ha dato appuntamento alla vittima in via Singen a Pomezia, nei pressi dell'abitazione di Epifano.
I due si sarebbero incontrati per discutere di un affare non andato a buon fine, ma da lì a poco si è scatinata una lite poi culminata con il colpo di arma da fuoco esploso alla schiena della vittima.
Come riportato dal Corriere della Sera, le ragioni e le modalità dell'uccisione sono rimaste un mistero per diverse giorni. Inizialmente si pensava che la ferita alla schiena fosse stata inferta da un'arma da taglio, ma solo dopo il decesso al Sant'Anna di Pomezia e alla successiva autopsia, è emerso che si trattava di un colpo di pistola. Il proiettile era rimasto all'interno del corpo, senza foro di uscita.
L'uomo era stato trovato morto a terra, privo di documenti personali, ma nonostante ciò i carabinieri a stretto giro hanno identificato la vittima, già nota alle forze dell'ordine. Così i militari della Compagnia di Pomezia, coadiuvati dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati, hanno avviato nuove indagini da via Singen, zona nota per essere frequentata da spacciatori, così come denunciato da tempo e a gran voce dai residenti.
Ed è stata proprio la pista della droga a far identificare il presunto killer. La vittima, infatti, sebbene abitasse vicino via Singen, non si era mai fatto vedere in zona. Da qui le indagini, che hanno permesso di risalire a Sasso, che gli aveva chiesto un appuntamento per parlare di come un affare di spaccio fosse andato storto. Epifano non avrebbe dato spiegazioni convincenti, così l'uomo gli avrebbe sparato, per poi rubargli i documenti e darsi alla fuga.
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