Giudiziaria
19.09.2023 - 09:19
«Non è vero niente, i miei genitori non mi hanno picchiato per la mia omosessualità. Lo ammetto: mi sono inventato tutto ero plagiato dagli amici e pensavo di essere gay».
Ha ritrattato tutto ieri in aula in Tribunale a Latina - davanti al giudice monocratico Clara Trapuzzano Molinaro - il giovane che aveva accusato di maltrattamenti il padre e la madre, un uomo e una donna di 56 e 51 anni, entrambi di origine romena.
Nella denuncia presentata nel maggio del 2019 ai carabinieri della stazione di Latina, la parte offesa (che all'epoca aveva 16 anni) aveva ripercorso i fatti con una ricostruzione dettagliata, offrendo diversi particolari. «Sono circa due anni che i miei genitori hanno scoperto che sono omosessuale e da quel momento è iniziata nei miei confronti una lunga serie di maltrattamenti in famiglia in quanto non accettano la mia condizione e il mio orientamento sessuale, condizionando anche i miei fratelli e sorelle al punto che hanno atteggiamenti dispregiativi nei miei confronti». E' questo un passaggio della denuncia che ieri è stata completamente sconfessata dalla nuova deposizione del ragazzo.
Il padre e la madre che vivono vicino Latina, nel processo sono imputati per maltrattamenti e il dibattimento ha riservato un risvolto tanto inaspettato quanto determinante che cambia rotta al processo. Di fronte alle domande sia della pubblica accusa che alle richieste di chiarimenti del magistrato e della difesa il ragazzo ha ammesso di essersi inventato tutto. Rischia una denuncia per calunnia. Il processo riprende ad aprile.
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