Giudiziaria
23.09.2023 - 16:30
E' ripreso ieri mattina davanti al collegio penale presieduto dal giudice Gian Luca Soana il processo a carico di Tommaso Anzaloni, accusato di sequestro di persona ed estorsione con metodo mafioso. Ieri è stato ascoltato proprio l'imputato che davanti al ai giudici del Tribunale ha cercato di ridimensionare le circostanze e ha detto che non c'è stato un sequestro di persona ma solo un diverbio un po' burrascoso. La persona offesa dei reati contestati è morta per altre cause indipendenti dai fatti di cui tratta il processo e che sono avvenuti il 9 maggio del 2022. In aula per rappresentare la pubblica accusa il sostituto procuratore Luigia Spinelli. La vicenda che ha dato origine al procedimento si è svolta tra Roma, Aprilia, Nettuno e Latina. La mattina del 9 maggio dello scorso anno una telefonata allertò la polizia di Cisterna e la squadra mobile di Roma. Una persona segnalava che Marcello Nuti era stato portato via con la forza. da quel momento erano partite indagini serrate nel perimetro compreso tra Aprilia e Cisterna di Latina. Alcune ore dopo la segnalazione Nuti era stata liberato e fu trovato con il volto completamente tumefatto e varie lesioni sul corpo. Cosa era successo? Da una serie di riscontri è emerso che Nuti era stato sequestrato da Tommaso Anzaloni. Il movente è riconducibile ad alcuni lavori di ristrutturazione di una villa ad Anzio, affidati dalla vittima all'imputato che non sarebbe stato pagato dall'azienda per conto della quale lavorava Nuti (che a gennaio 2023 è deceduto per cause naturali) per un importo pari a 20mila euro. Dunque il sequestro e le botte sarebbero state una reazione al mancato pagamento, una modalità di recupero del credito. Gli inquirenti hanno contestato le modalità mafiose perchè Anzaloni avrebbe detto: «Sei finito, dietro di me c'è tutta la scissione di Napoli». Ieri l'imputato ha ammesso di avere un credito ma ha sminuito la parte della ritorsione violenta. Prima di lui, nelle udienze precedenti, sono state sentiti i poliziotti che hanno eseguito le verifiche e che hanno rintracciato la vittima, descrivendo nel dettagliole condizioni in cui era stato ritrovato dopo la liberazione.
Il processo riprenderà il 17 ottobre prossimo per sentire altri testi, poi seguiranno la requisitoria del pubblico ministero e l'arringa dell'avvocato. Tommaso Anzaloni ha 38 anni, vive a Roma ma è originario di Napoli, la vittima Marcello Nuti era un manager che si era rivolto ad Anzaloni per una ristrutturazione edilizia. La svolta nelle indagini sul sequestro non fu immediata, infatti il costruttore campano è stato arrestato il 2 agosto del 2022, quasi tre mesi dopo i fatti contestati. L'accusa di sequestro di persona deriva dal fatto che gli accertamenti hanno consentito di appurare che nelle ore in cui di Nuti si erano perse le tracce fu chiesto un riscatto per la sua liberazione, una somma che avrebbe dovuto coprire i debito per i lavori sulla villa del manager.
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