Il caso
24.09.2023 - 12:30
Punta sulla derubrcazione del reato da omicidio volontario in omicidio preterintenzionale la difesa di Antonino Zappalà, il 47enne di Latina accusato di aver ucciso la suocera Nadia Bergamini, 70 anni.
L'uomo era stato condannato lo scorso maggio dalla Corte d'Assise di Latina alla pena di 21 anni di reclusione. Il legale dell'imputato, l'avvocato Alberto Messina del Foro di Napoli Nord, una volta lette le motivazioni della sentenza ha impugnato la condanna. L'azione del proprio assistito - in base a quanto sostiene la difesa - non era idonea a provocare il decesso della donna. La difesa nel ricorso contesta il punto che riguarda la quantificazione della pena che non appare funzionale - ha messo in luce - per rieducare il detenuto, il cui comportamento processuale è stato corretto.
«Non ho più lacrime, chiedo scusa, ho fatto una cosa bruttissima, ho distrutto tutto, me ne assumo le responsabilità», aveva detto nel corso del processo.
I giudici della Corte d'Assise di Latina avevano respinto la richiesta di sottoporre l'imputato ad una perizia e accertare le condizioni psichiatriche perché non era emersa alcuna incapacità di partecipare al processo.
Sempre secondo quanto sostiene la difesa, il proprio assistito è stato vittima di uno stato mentale che gli ha fatto perdere equilibrio, una circostanza confermata, anche dalle cure a cui è sottoposto nell'istituto di pena dove è detenuto. Per rinforzare questa tesi il legale di Zappalà nel ricorso ha messo in luce che il proprio assistito ha tentato in carcere il suicidio.
La tragedia si era consumata nel gennaio del 2022 a Latina in un appartamento di via Casorati dove Zappalà viveva insieme alla suocera. «Ha selvaggiamente picchiato Nadia Bergamini inerte sulla sedia a rotelle, colpendola più volte con ferocia anche su parti vitali quali il cranio. Il tutto non arrestandosi neanche quando il padre ha cercato di bloccarlo con un'azione che non ha avuto esito».
E' quello che avevano scritto i giudici quando avevano motivato la sentenza di condanna. In base alla ricostruzione degli inquirenti, il 47enne ha dato dei colpi che hanno devastato il viso della donna.
I giudici inoltre avevano messo in luce che: «L'aggressione è stata immotivata e vigliacca verso una donna in sedia a rotelle».
L'omicidio era avvenuto nella tarda mattinata del 14 gennaio del 2022: quel giorno Zappalà aveva colpito ripetutamente la suocera al termine di una discussione degenerata. Era stata la figlia della Bergamini a intuire che era accaduto qualcosa di grave una volta rientrata a casa e a soccorrere la madre. L'anziana una volta portata al Goretti era deceduta a seguito delle profonde ferite riportate. I familiari di Nadia Bergamini si sono costituiti parte civile e sono rappresentati dagli avvocati Antonio Orlacchio, Marta Censi, Leonardo Palombi.
Adesso sarà fissata la data dell'udienza in Corte d'Appello.
Edizione digitale
I più recenti