Il caso
01.10.2023 - 12:00
Una pagina storica nella tutela delle donne vittime di maltrattamenti di ogni tipo da parte degli uomini è stata scritta venerdì dal Tribunale di Cassino dove il giudice monocratico, Maria Cristina Sangiovanni ha condannato a tre anni e quattro mesi, T.G., 60enne di Itri per maltrattamenti e revenge porn da lui perpetrati ai danni della moglie. Il comportamento dell'uomo, tratteggiato nel corso delle udienze, in virtù delle testimonianze, è stato giudicato estremamente possessivo, alla luce dei reiterati atteggiamenti di soffocamento delle aspirazioni della donna. L'uomo, ha ricordato l'avvocato Enzo Biasillo, legale per la parte civile, le ha sempre impedito di potersi scegliere un lavoro, di realizzarsi socialmente negli impegni che la moglie intendeva coltivare con spirito di solidarietà e dedizione al prossimo.
Continue sono state le minacce dell'uomo verso la donna, minacce che, anziché placarsi, hanno registrato una repentina escalation quando la moglie ha avuto il coraggio di denunciare tutto ai carabinieri di Itri, supportata dalla sezione del centro antiviolenza contro le donne di Formia coordinato da Maria De Tata. L'episodio più assurdo citato nel corso delle audizioni processuali riguarda il gesto che ha visto l'uomo lasciare fuori di casa, con l'ingresso precluso, la moglie che aveva addosso solo il costume da bagno e il copricostume, per cui la vittima ha dovuto chiedere assistenza e sostegno presso alcune amiche le quali si sono anche attivate a mettere in atto una colletta per far acquistare alla malcapitata gli indumenti che erano rimasti nella casa dove le era stato impedito di entrare. E accanto a questi maltrattamenti di carattere anche fisici, l'uomo è arrivato a diffondere sui cellulari anche extrafamiliari, oltre che della figlia, che ha testimoniato in Tribunale, momenti della pregressa intimità coniugale, commettendo il reato oggi definito revenge porn.
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