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Il caso

Anomalie nella morte della badante

Dopo tre giorni di agonia è deceduta al San Camillo di Roma, la donna soccorsa dopo un episodio tutto da chiarire

Anomalie nella morte della badante

Ancuta Florina, la 47enne romena, soccorsa in fin di vita a Ponza, in località Le Forna, ed elitrasportata in codice rosso prima presso l'ospedale "Santa Maria Goretti" di Latina e, dopo, presso il "San Camillo" di Roma, è deceduta presso il nosocomio capitolino per le conseguenze delle ferite riportate. Un fitto velo di riserbo circonda tutta la vicenda sulla quale indagano i Carabinieri della stazione isolana, coordinati dal comando compagnia di Formia, agli ordini del maggiore Michele Pascale.

Ci si sta chiedendo, con la magistratura di Cassino che ha imposto la massima impenetrabilità alle fonti di informazione, se l'incidente sia stato il frutto di un malaugurato incidente capitato nella casa dell'anziano pensionato di Ponza che la donna assiste e cura amorevolmente, se a procurare le ferite rivelatesi, successivamente mortali, sia stato qualche infortunio capitatole "extra moenia" o qualcos'altro. Sotto la lente degli inquirenti anche la posizione del figlio del pensionato isolano che abita al piano inferiore dell'abitazione dove la donna si è gravemente ferita. Tutto ora sta nei risultati dell'autopsia che si svolgerà ina una struttura capitolina e in base ai quali si capirà quale reale motivo abbia compromesso in maniera tragica l'epilogo esistenziale della premurosa badante.

E, in relazione a questo triste episodio, c'è da rilevare come diverse volte, nel passato, la donna sia stata oggetto di reiterate attenzioni dei servizi sociali, fatti accorrere presso l'abitazione dell'anziano pensionato dalle chiamate telefoniche dei vicini che asserivano di aver sentito gli echi di litigi, minacce e pianti, chiamate che ricevevano, come riscontro, l'ammissione, da parte della donna, di essere caduta o di essere stata vittima di incidenti domestici.

Addirittura le verbalizzazioni degli interventi dell'equipe socio-sanitaria registrano le minacce e i tentativi di aggressioni fisiche perpetrate ai danni della dottoressa che componeva l'equipe d'intervento. Tutto questo mentre qualche lontano congiunto legato in un certo qual modo alla realtà familiare si sarebbe reso autore dell'incendio doloso di barche della cognata, che svolge il lavoro di noleggio di imbarcazioni, tirate in secco sulla costa. Una situazione, insomma, dove gli inquirenti vogliono vederci chiaro anche per fornire a chi di dovere altri utili elementi che conducano all'adozione di interdizione operativa di chi, in libertà, potrebbe rivelarsi un pericolo pubblico.

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