Il caso
19.10.2023 - 11:29
Sono sempre più chiare le manovre che hanno alimentato la strana crisi della Cirap 2000, la società che fino alla scorsa estate era leader nel mercato latinense della produzione e commercializzazione di prodotti sanitari e ortopedici. L'obiettivo finale è ormai chiaro, perché una società omologa che ha esteso i propria affari sul territorio pontino dalla provincia di Brescia, è già subentrata nella gestione dello storico negozio della Cirap in via Montesanto. Restano da chiarire la contropartita e le complicità, che hanno consentito all'azienda pontina ormai in dismissione, di cedere la propria fetta di mercato. Una manovra chiaramente illecita, compiuta ai danni dei creditori, come i fornitori, ma soprattutto i circa venti lavoratori licenziati che sono rimasti senza impiego e non hanno ancora percepito le spettanze, col rischio ulteriore che sarà lo Stato a dover intervenire per garantire loro quanto dovuto dall'ex datore di lavoro.
L'intervento della segreteria territoriale del sindacato Uiltucs Latina, chiamata in causa dai dipendenti licenziati che non hanno accettato la transazione con l'azienda, ha permesso di avviare la vertenza presso l'Ispettorato Territoriale del Lavoro di Latina che ha convocato, per il 31 ottobre, sia la società Cirap 2000 che le altre due realtà del medesimo gruppo imprenditoriale, ossia la Amos Immobiliare e la Cirap Ortopedica, compresa appunto la società bresciana subentrata nel negozio di Latina, ossia la Biomedica Su Misura. La vicenda merita di finire al vaglio dell'autorità giudiziaria, perché l'azienda pontina finita in crisi ha fatto in modo di cedere il passo, risparmiando all'impresa subentrata tutte le incombenze del caso.
A costituire un notevole risparmio, prima di tutto è la forza lavoro estromessa, che si tramuta in circa 250.000 euro di oneri, tra stipendi arretrati e trattamento di fine rapporto, oltre all'obbligo aggirato di mantenere i livelli occupazionali. Dopo tutto l'ex datore di lavoro, al momento di proporre la transazione ai lavoratori messi alla porta, con spettanze e retribuzioni offerte solo sulla carta, con l'intento malcelato gravare sulle casse dell'Inps, non ha mai nascosto l'affiancamento di un nuovo partner imprenditoriale che avrebbe dovuto prendere in carico tutti i dipendenti, o almeno questo era la promessa che ha consentito di strappare la firma dei dipendenti al momento della transazione. All'atto pratico, non solo la Cirap non ha mai rispettato gli impegni economici assunti conciliando con gli ex lavoratori, ma nessuno di loro è stato reintegrato. E intanto la nuova società ha iniziato a lavorare, anche questa senza costi iniziali, entrando in un mercato florido come quello a servizio della sanità pubblica.
«Per la Uiltucs Latina in questa vicenda è chiaro e accertato che il rischio d'impresa, questo datore di lavoro, lo ha fatto ricadere solo sui lavoratori e contestualmente ricadrà sulla collettività - commenta Gianfranco Cartisano, segretario territoriale della Uiltucs - la Cirap secondo il suo disegno getterà il tutto sul fondo Inps, avendo raggiunto l'obiettivo di far subentrare altri imprenditori in quella fetta di mercato il cui probabile avviamento non verrà mai restituito ai lavoratori che per anni hanno contribuito alla crescita della Cirap. Il vantaggio sarà solo per i rappresentanti della società ortopedica sanitaria pontina. Vigileremo e denunceremo affinché abbia giustizia questo boicottaggio, un attacco alla dignità del lavoro ed alle famiglie di questi lavoratori».
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