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Il fatto

Ladro ucciso in via Palermo, processo in Cassazione il 23 novembre

In Corte d'Assise d'Appello l'avvocato Palumbo era stato condannato a undici anni

Ladro ucciso in via Palermo, processo in Cassazione il 23 novembre

E' fissato per il 23 novembre in Corte di Cassazione il processo che vede imputato l'avvocato Francesco Palumbo, accusato di aver ucciso il 15 ottobre del 2017, Domenico Bardi, 44 anni di Napoli. La vittima insieme ad altri complici, era andata a rubare in casa dei genitori del professionista pontino in via Palermo. L'omicidio era avvenuto nel giardino condominiale.
Lo scorso 13 gennaio i giudici della Corte d' Assise d'Appello avevano ridotto la condanna per Palumbo: 11 anni di reclusione, tre in meno rispetto alla condanna dell'aprile del 2022 emessa dalla Corte d'Assise di Latina.

Oltre che omicidio volontario era stato contestato anche il tentato omicidio di un complice della vittima, Salvatore Quindici che era stato preso di striscio.
Sia gli investigatori della Polizia - coordinati dal pm Simona Gentile - che i giudici della Corte d'Assise di Latina avevano messo in luce che non vi era ragione di portare la pistola in via Palermo. Sempre per i giudici di primo grado non erano emerse circostanze per legittimare l'uso dell'arma. La difesa dell'imputato, rappresentata dagli avvocati Leone Zeppieri e Tommaso Pietrocarlo, aveva sostenuto una serie di elementi per scardinare le accuse, ribadendo che la sequenza era durata pochissimo tempo, appena undici secondi e da parte dell'imputato non vi era il tempo di prendere la mira e sparare e che il proprio assistito era stato minacciato.

«La distanza, l'elevata potenzialità dell'arma e la direzione dei colpi hanno determinato l'effetto letale».
I giudici avevano sostenuto che non era emersa alcuna circostanza che legittimasse l'uso della pistola (regolarmente detenuta), da parte di Palumbo che una volta scattato l'allarme nell'abitazione dei genitori si era presentato nel giardino condominiale.
Sulla minaccia ricevuta i giudici avevano sostenuto infine che era rimasta priva di dimostrazione.

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