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Bidello accusato di violenza sessuale, il padre della studentessa: «Così ho salvato mia figlia»

I fatti contestati sono avvenuti in un istituto del capoluogo nel dicembre del 2019, la denuncia molto dopo

Bidello accusato di violenza sessuale, il padre della studentessa: «Così ho salvato mia figlia»

«Tutto era cambiato attorno a mia figlia, aveva perso il sorriso, non mangiava più, avevo capito che le era accaduto qualcosa». Frasi dalla lunga testimonianza resa ieri nel processo per violenza sessuale a carico di un bidello e in danno di una ragazzina che all'epoca dei fatti frequentava la terza classe in una scuola media di Latina. L'uomo, C.G., queste le sue iniziali, è difeso dall'avvocato Daniele Giordano ed è stato anche destinatario di un provvedimento restrittivo. I fatti contestati erano avvenuti, appunto, a scuola quando il presunto responsabile aveva toccato un'alunna di appena 13 anni. Secondo l'accusa l'operatore scolastico è autore di una violenza sessuale aggravata dalla età della parte offesa. I fatti ipotizzati sono avvenuti a dicembre del 2019 ma la vicenda è venuta alla luce tempo dopo, quando la vittima si era confidata con una persona di fiducia, una psicologa nel corso di un percorso terapeutico.

E anche la psicologa è stata sentita nel corso dell'udienza di ieri quale teste del pubblico ministero rappresentato dal sostituto procuratore Antonio Sgarrella. La professionista ha ricostruito soprattutto la tempistica e il percorso fatto per aiutare la vittima a raccontare cosa era accaduto in quella scuola; la ragazzina solo dopo tre incontri riuscì a dire che stava male perché le era «successo qualcosa di brutto»; a quel punto la terapeuta le aveva detto di raccontare ai genitori i fatti di cui parlava e solo da quel momento in poi è stato possibile avviare la procedura della denuncia formale. Sempre ieri il Tribunale ha ascoltato il vicepreside della scuola, che ha riferito come nessuno nell'istituto si fosse accorto di nulla, anche perché non si erano mai verificati fatti analoghi né si conoscevano precedenti del bidello.

Come si sa, all'esito della denuncia dei genitori della vittima era stata avviata un'indagine della Procura di Latina e nei confronti del bidello era scattato l'arresto in esecuzione di un provvedimento restrittivo firmato dal giudice Giuseppe Cario e richiesto dal magistrato inquirente Marco Giancristofaro, e in un secondo momento il Tribunale del Riesame aveva accolto la richiesta della difesa e lo aveva rimesso in libertà poiché aveva cambiato scuola. Secondo il capo d'imputazione il bidello si era avvicinato all'adolescente in diverse occasioni palpeggiandola nelle parti intime. Il processo è stato aggiornato per sentire altri testimoni.

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