Il caso
18.01.2024 - 11:00
Tra le anomalie della variante nel quartiere Q3 che ha consentito la realizzazione del centro commerciale all'angolo tra via del Lido e la statale Pontina, c'è anche il mancato pagamento di una parte degli oneri dovuti dalla società Latina Green Building che ha ottenuto il rilascio dei permessi a costruire per le tre medie strutture di vendita, una poi volturata all'azienda Eurospin Lazio spa. Un particolare che alimenta i sospetti sul trattamento di favore prestato dagli uffici tecnici comunali nei riguardi del privato che ha proposto la variante, perché non si tratta di un caso di morosità: è il Servizio Attività Produttive che non ha calcolato una parte delle somme dovute dal costruttore, agli atti non ce n'è traccia.
All'appello manca il contributo straordinario, ossia gli oneri previsti in caso di variante che contempla il cambio di destinazione d'uso e corrisponde a una percentuale del maggior valore generato dalla trasformazione, ossia il plusvalore fondiario. A contemplare che dovessero essere richiesti al privato gli extra oneri era anche la stessa delibera della Giunta di Damiano Coletta del 26 aprile 2021 che aveva approvato definitivamente la variante adottata con la precedente delibera del 28 dicembre 2018. Peccato che, esaminando gli atti dell'istruttoria comunale, non c'è nessun riferimento ai calcoli effettuati dai tecnici del Suap sul contributo straordinario da chiedere, il cui pagamento di solito avviene contestualmente al rilascio delle licenze edilizie o comunque può essere rateizzato.
Tra i documenti della variante c'è un altro pagamento, quello relativo agli standard urbanistici non realizzati. Sì, perché nell'area di via del Lido, un tempo pertinenza del Garden Hotel, non c'era spazio a sufficienza per realizzare anche il verde pubblico nella quota prevista dalle norme per assicurare i servizi, quindi il privato ha dovuto "monetizzare" la quota di verde non realizzata, non potendo intaccare lo spazio destinato ai parcheggi, una parte utilizzato anche per i posti auto ceduti al Comune per il pubblico utilizzo. Tra i documenti, in un passaggio successivo, quel pagamento viene classificato dal Comune come contributo straordinario, ma in realtà è sempre la quota versata per il verde pubblico non realizzato e quindi "monetizzato". Per gli extra oneri, parliamo di somme per alcune centinaia di migliaia di euro che, delibera di giunta del 2021 alla mano, «è vincolato ad uno specifico centro di costo per la realizzazione di opere pubbliche e servizi da realizzare nel contesto in cui ricade l'intervento» quindi nello stesso quartiere.
Insomma, a livello tecnico la procedura che ha permesso la realizzazione del centro commerciale è un vero e proprio pasticcio che, al di là dell'esito del procedimento penale, non lascia ben sperare sul fronte amministrativo, o meglio non lascia intravedere soluzioni pratiche. Fino al giorno del sequestro gli attuali amministratori comunali avevano sempre predicato un rispettoso silenzio dell'inchiesta in corso, ma forse sarebbe giunto il momento di attivare una procedura per la verifica in autotutela della variante Q3 affidandola magari a soggetti esterni all'ente municipale.
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