Il caso
05.02.2024 - 09:00
L'indagine della Polizia sul clima di tensione vissuto nella gestione dei chioschi del tratto "B" del Lungomare di Latina tra il 2016 e il 2021, ha documentato estorsioni e intimidazioni che hanno condizionato e non poco l'andamento dei bandi comunali, ma hanno anche svelato come Maurizio Zof abbia cercato di rientrare nella gestione della struttura della prima piazzola, quella che riteneva essere appannaggio della sua famiglia dopo decenni di conduzione dell'attività.
Peccato che i suoi modi di fare burberi, erano appesantiti dalla fama criminale del figlio Alessandro, all'epoca reduce dall'accusa del duplice tentato omicidio a colpi di pistola sul lungomare di San Felice Circeo, nel frattempo coinvolto anche nell'operazione "Reset", tuttora in fase di giudizio, perché considerato un affiliato del sodalizio criminale dei fratelli Travali, accusa che ha conferito l'aggravante del metodo mafioso anche alle condotte della sua famiglia nella vicenda dei chioschi.
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