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Il caso

Isola pedonale, i commercianti: «Noi lasciati soli»

A quasi 10 anni dalla pedonalizzazione il bilancio di residenti e commercianti: «Chiusi in un recinto senza prospettive»

Isola pedonale,   i commercianti: «Noi lasciati soli»

Nelle locandine dell'estate 2014 quando il sindaco Di Giorgi presentò alla città il progetto di pedonalizzare una parte del centro e chiudere tre vie nel quadrilatero tra piazza del Popolo, via Eugenio di Savoia, corso della Repubblica e via Diaz, usò uno slogan che richiamava il sogno di Peter Pan, "L'isola adesso c'è". Una dicitura che già allora era dissonante rispetto a quello che si andava a realizzare, una zona a traffico limitato che però conteneva la prospettiva di una futura isola pedonale con varchi, arredi, una pavimentazione nuova, un contenitore di eventi e cultura.

Il resto è la storia nota degli ultimi dieci anni di questo progetto: il piano iniziale non è mai decollato e si è fermato ai varchi, l'isola pedonale è stata istituita dopo sei anni attraverso una sperimentazione che terminerà fra due mesi e il sogno che ha risvegliato la voglia di tante famiglie di vivere il centro a piedi, per la parte produttiva della città si è trasformato in un incubo, una incompiuta eccellente. Tanti negozi hanno abbassato le saracinesche negli anni e tante chiusure sono recenti in un raggio più ampio dell'isola pedonale per una involuzione, aggravata da fattori come l'inflazione e il peso dell'e-commerce, che interessa il commercio di tutto il centro: fuori dall'isola sta chiudendo Klamore, il negozio di abbigliamento Ego e a breve, dopo 44 anni, lo seguirà lo storico negozio di belle arti Sergiacomi.

Hanno ceduto uno dopo l'altro Kasanova in corso Matteotti, in corso della Repubblica Cinelli, la storia gioielleria Caratelli, il negozio Pepe Bianco di Paparcone. Oggi centodieci attività commerciali dentro e fuori l'isola pedonale rappresentate dall'associazione Latina centro, insieme ad alcuni residenti, ribadiscono di non essere contro la pedonalizzazione, ma chiedono un cambio di passo concreto per questa porzione di centro storico passato per tre sindaci e due commissari senza che di quel progetto siano stati ancora affrontati in modo puntuale tutti segmenti che ne dovrebbero fare parte come parcheggi, mobilità, riqualificazioni degli edifici, arredo urbano, eventi culturali.

«Noi commercianti con la ztl galleggiavamo, ma in questi tre anni di isola pedonale, soprattutto dal lunedì al venerdì le cose sono peggiorate, le presenze diminuiscono perché il centro non è in alcun modo attrattivo – spiega Susanna Gloria, presidente di Confesercenti e dell'associazione Latina centro – sappiamo che la crisi economica è nazionale e il nostro non è un discorso solo di incassi, ma di presenze». La decisione di virare verso l'isola pedonale era stata assunta nella consiliatura Coletta, estate 2021, in linea con molte città europee ma anche in osservanza ad una sentenza che creava un rischioso precedente, quella di un cittadino che ottiene di poter parcheggiare vicino all'abitazione nella ztl. A ottobre è partito un lavoro nella commissione attività produttive presieduta da Dino Iavarone con l'ascolto di commercianti, residenti e le associazioni di categoria e di consumatori. Emerge una posizione quasi del tutto concorde sulla riapertura dal lunedì al venerdì e la chiusura dal venerdì pomeriggio alla domenica sera. «A un certo punto però quello che sembrava un chiaro indirizzo cambia – spiega Gloria - e si riparla di isola pedonale tutta la settimana, non sappiamo cosa sia successo. E noi che dovevamo avere voce in capitolo come parte produttiva di questa zona, non sappiamo nulla dei nuovi progetti».

«L'amministrazione si assume una grande responsabilità continuando con l'isola pedonale – aggiunge Mario D'Ercole che parla a nome di Extyle e anche di H&M, Stroili, Tiger e Benetton – che ha penalizzato  tutto il centro della città proprio per la conformazione urbanistica a raggiera che ha Latina. I brand delle multinazionali che hanno investito su Latina hanno registrato una diminuzione costante del numero degli incassi e degli ingressi. E il momento peggiore è l'estate. Le zone a traffico limitato funzionano nelle città ad alto impatto storico turistico e ambientale, qui abbiamo le bancarelle di Carnevale, di cosa parliamo?». «Chi viene qui anche dai centri vicini si stupisce di come la città sia spenta e di come il centro sia ormai lasciato a se stesso» – spiega un altro commerciante.

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