30.03.2024 - 09:00
I riflettori sul Servizio Avvocatura del Comune di Latina non accennano ad abbassarsi. Gli avvocati dell'ente scendono in campo con una lunga lettera indirizzata al sindaco, al Presidente del consiglio, agli assessori al personale e al patrimonio, nonché ai presidenti delle commissioni consiliari per la trasparenza, il bilancio, il personale, al direttore generale dell'ente e ai componenti Rsu del Comune.
Da due settimane questo delicato servizio interno all'amministrazione è finito al centro dell'attenzione per un'eccezione sollevata dall'ex coordinatore della struttura, Francesco Di Leginio, nell'ambito del procedimento amministrativo intentato contro l'ente per il pagamento di parcelle relative a patrocini effettuati mentre era ancora in servizio. Il procedimento nello specifico non è stato ancora definito, due giorni fa il Tar ha evitato di decidere sulla richiesta di sospensiva e rinviato a luglio per la trattazione del merito poiché, in fondo, questa storia non modifica quasi nulla nel complesso dell'organizzazione del Settore. I gap veri e seri sono altri e vengono elencati proprio nella lettera di tre pagine firmata dai professionisti che rappresentano l'amministrazione nei procedimenti giudiziari, Alessandra Capozzi, Francesco Cavalcanti, Anna Caterina Egeo, Cinzia Mentullo, Anna Muccitelli. In primis chiedono l'adeguamento/modifica del regolamento dell'avvocatura comunale anche con l'esecuzione della sentenza del Tar del 2019, seguita ad un contenzioso con l'amministrazione dell'epoca.
E poi si chiede l'adozione «delle misure organizzative di copertura amministrativa imposte per legge al fine di garantire la piena indipendenza e autonomia del personale togato». Il tassello-indipendenza risuona spesso in questi giorni a proposito dell'Avvocatura; lo aveva richiamato anche la segretaria dell'Ordine degli Avvocati a proposito della dirigenza del Settore affidata ad interim alla segretaria generale, che non avendo i titoli non potrebbe garantire, appunto, indipendenza dalla politica. Nello specifico gli Avvocati dell'ente chiedono «la designazione, tra gli avvocati già incardinati, del coordinatore professionale, figura obbligatoria e non ripianata ormai da oltre sei mesi... gli stessi ultimi provvedimenti sindacali hanno interessato tutti gli ambiti organizzativi ad eccezione dell'Avvocatura comunale». Dunque una sorta di Cenerentola fra tutti Settori, nonostante proprio in quell'Ufficio si regolino alcuni tra i rapporti economici, urbanistici e ambientali più insidiosi e a rischio per le casse del Comune di Latina. Ci sono molte lacune elencate in questa lettera ed è la prima volta che gli avvocati dell'amministrazione fanno una nota pubblica di protesta, in forma, appunto, di lettera aperta a tutti gli organi di indirizzo politico di piazza del Popolo.
Chiedono più attenzione all'organizzazione generale dell'ufficio con una maggiore dotazione di organico degli operatori amministrativi e per la sede, attualmente sprovvista persino di un archivio, nonostante il materiale lì conservato costituisca «il nucleo documentario tra i più rilevanti e significativi dell'ente, custodendo, pur con tutti i limiti oggettivi della sede, atti delicati per gli interessi dell'amministrazione ormai dal 1993, data di istituzione dell'Avvocatura civica in luogo dell'Ufficio legale comunale fino ad allora operativo». La lunga serie di anomalie e gap richiede, come è sottolineato nella lettera, «un intervento coordinato e convergente dei destinatari della presente lettera» tanto più che la situazione attuale dell'ufficio «non consente di mantenere i tradizionali standard di rendimento». E per questo gli avvocati propongono di essere sentiti per poter descrivere più nel dettaglio qual è lo stato di salute del Servizio.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione