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Messa alla prova per lo stalker

La richiesta presentata da un 29enne che aveva violato la distanza dalla sua ex

Messa alla prova per lo stalker

E’ stato revocata la misura degli obblighi di firma nei confronti del 29enne, arrestato a marzo dai Carabinieri. Il giovane aveva violato un divieto di avvicinamento emesso dal gip del Tribunale di Latina Laura Morselli su richiesta della Procura e del pm Valerio De Luca, titolare dell’inchiesta, a seguito della denuncia presentata dalla sua ex fidanzata. Dopo tre anni il rapporto era finito ma il ragazzo non si rassegnava e nel novembre del 2023 si è reso responsabile di quattro episodi che hanno ingenerato nella parte offesa un forte stato di ansia e agitazione al punto da cambiare le sue abitudini di vita. In una circostanza avrebbe minacciato con un messaggio la sua ex.

Nei giorni scorsi si è svolto il processo per direttissima relativo alla violazione del divieto di avvicinamento che aveva portato all’arresto del 29enne. In aula si torna a dicembre e in questo arco temporale sarà valutata la condotta dell’imputato e se il percorso di recupero sarà in linea con quanto previsto il reato sarà estinto mentre per quanto riguarda l’accusa di atti persecutori è arrivato l’avviso di conclusione indagini. Il 29enne era stato arrestato poche settimane fa, a metà marzo, per essersi presentato davanti ad un pub di via Neghelli nel capoluogo pontino dove c’era la sua ex: in quell’occasione aveva trasgredito le prescrizioni imposte dal giudice presentandosi nel locale dove c’era la sua ex.

Il processo in Tribunale davanti al giudice Clara Trapuzzano Molinaro sta andando avanti, l’imputato è difeso dagli avvocati Paolo Zeppieri e Stefano Mancini ed è stata chiesta la messa alla prova. Nei confronti del ragazzo era stato applicato - come disposto dall’autorità giudiziaria - un braccialetto anti stalker e quando si era avvicinato alla ragazza violando la distanza da rispettare, il dispositivo aveva iniziato a suonare. Era stata una pattuglia della Sezione Radiomobile dei Carabinieri della Compagnia di Latina, ad intervenire dopo la segnalazione alla centrale operativa.

Il caso del braccialetto elettronico, indossato sia dall’indagato che dalla parte offesa, era stato uno tra i primi casi in Italia. L’apparecchio ha un rilevatore satellitare della posizione che permettono di localizzare immediatamente le parti. Il giorno dei fatti il 29enne non si era comportato in maniera violenta ma quando erano arrivati i Carabinieri nonostante fosse all’esterno del locale era troppo vicino alla vittima.

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