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Il caso

I fantasmi dei Ppe sui cantieri sospesi

Corisma e Piave Costruzioni, i dettagli non coincidono

I fantasmi dei Ppe sui cantieri sospesi

I PPE del Comune annullati dal Commissario Giacomo Barbato sembrano fantasmi, aleggiano ancora su molti procedimenti giudiziari e mettono a confronto tutto ciò che quei benedetti, o maledetti, Piani produssero. Sta andando così anche per due casi sovrapponibili ma dalle sorti assai diverse, ossia il palazzo di via Ombrone della Corisma e quello di via Piave della Piave Costruzioni, di recente nuovamente sequestrato. La sentenza del Tribunale civile che ha appena condannato la società a rifondere gli acquirenti in buona fede aveva presentato al Comune di Latina una istanza di ripresa dei lavori che fu rigettata dal Servizio Edilizia privata e il giudice in questo ultimo verdetto afferma che fece bene.

Analoga istanza è stata presentata dalla società Piave e in quel caso è andata bene, perché è arrivata l’autorizzazione a riprendere i lavori per ultimare la palazzina.
Cosa è successo? In apparenza è solo passato un po’ di tempo in più e sono cambiati i dirigenti. C’è anche un ulteriore elemento che accomuna (o divide) le due vicende: nel caso di Corisma l’amministrazione ha appellato la sentenza Tribunale amministrativo che dava ragione alla società circa l’inefficacia del solo annullamento dei piani ai fini dell’ordine di demolizione delle opere abusive.

Nel caso di Piave Costruzioni, invece, l’ente di piazza del Popolo non ha appellato la decisione del Tar che, egualmente, dava ragione alla società privata sempre per le medesime considerazioni. Risulterebbe inoltre, a margine della polemica sull’indipendenza dell’avvocatura comunale, che il Servizio Avvocatura per due volte sollecitò l’amministrazione a proporre appello avverso la sentenza del Tar favorevole a Piave Costruzioni. Appello che, come si sa, non fu mai presentato e in seguito sempre il Comune autorizzò la ripresa dei lavori per completare il manufatto. Cosa che non fu possibile per Corisma e secondo il Tribunale civile si trattò di una scelta legittima e consequenziale all’annullamento dei piani particolareggiati.

Testualmente la recente sentenza inerente Corisma specifica che «.... correttamente esclusa dal Dirigente del Servizio Edilizia Pubblica e Privata l’applicabilità dell’art. 15, comma 4, del D.P. 380/2001, nell’ordinanza di demolizione del fabbricato di Via Ombrone. In tal senso, infatti, il dirigente ha escluso l’operatività della deroga ivi prevista, in ordine all’ultrattività del permesso di costruire rispetto all’adozione di una variante urbanistica che non consenta più l’esecuzione dell’opera, trattandosi, nella specie di un permesso di costruire rilasciato in forza di atti dichiarati illegittimi».

Va detto che l’annullamento dei Piani particolareggiati ha scatenato un caos urbanistico con pochi precedenti e che molte delle costruzioni avviate sulla base di quei Ppe ne rimasero travolte.

 In molti casi la totale buona fede di chi prese a costruire in aree originariamente destinate ad altro non convinse, tuttavia ciò che è accaduto in seguito, con le singole valutazioni, ha finito per creare ulteriore caos.

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