Il fatto
28.05.2024 - 16:07
Nello specchio d’acqua tra Ponza e Ventotene si sta consumando da settimane un battaglia durissima per salvaguardare l’ambiente e la fauna dalle reti illegali che sono purtroppo in aumento. L’ultima operazione della divisione subacquea di MareVivo è di pochi giorni fa e ha portato alla rimozione di oltre 300 metri di reti fantasma abbandonate nell’area della Secca di Punta Papa.
Grazie al prezioso aiuto dei subacquei del Ponza Diving, che hanno segnalato la presenza delle reti, queste ultime sono state rimosse con rapidità prima che apportassero danni irreversibili al fondale. Le reti, infatti, avvolgevano completamente la secca: una, abbandonata più di recente, stava continuando a pescare sul fondale sabbioso, intrappolando e soffocando diverse specie di animali marini, intrecciandosi con l’altra e creando maglie strette e pericolose per pesci, crostacei, gorgonacei. La squadra, composta da 10 subacquei, si è immersa a oltre 60 metri di profondità, partendo dalla parte inferiore della secca, e con l’aiuto di palloni di sollevamento, forbici e scooter subacquei elettrici, ha rimosso le due reti fantasma, lunghe in totale oltre 300 metri, e diverse nasse abbandonate.
«La secca di Punta di Papa, adagiata su un fondale sabbioso circondato da acque cristalline, è un’area particolarmente interessata dalla pesca per la quantità di vita marina presente. Proprio per questo, la zona presenta numerosi segni della presenza umana, come nasse, lenze e reti fantasma abbandonate. – ha dichiarato Massimiliano Falleri, Responsabile Divisione Sub Marevivo – Per questo l’operazione è stata molto importante, sia perché ha unito attori diversi con un obiettivo comune, sia perché siamo riusciti a intervenire prontamente, prima che le reti danneggiassero l’ambiente marino in maniera grave e irreversibile».
Al rientro in porto dopo l’operazione, il sindaco di Ponza Francesco Ambrosino e una scolaresca dell’Istituto Comprensivo Pisacane hanno accolto le imbarcazioni per incontrare i biologi di Marevivo e parlare dei danni arrecati dagli strumenti da pesca abbandonati sui fondali. Presenti anche alcuni studenti dell’Università della Tuscia che hanno raccolto campioni di alghe intrappolate nelle reti appena rimosse. L’amministrazione comunale ha patrocinato l’iniziativa e si è occupata, con l’ausilio dell’azienda municipalizzata, dello smaltimento delle reti e nasse recuperate, e alla ditta D.M.D. di Ponza che, con l’aiuto di un’imbarcazione, dotata di gru ha sollevato la rete portandola in superficie. Presenti sul posto, inoltre, la Capitaneria di Porto di Ponza che ha partecipato con tre unità navali, e un’imbarcazione della Guardia di Finanza del comando di Gaeta.
Edizione digitale
I più recenti