Il fatto
19.06.2024 - 08:30
Ha ricostruito i fatti e ha confessato. E’ indagato a piede libero con la pesante accusa di lesioni colpose gravissime e omissione di soccorso. I Carabinieri della Compagnia di Latina lo hanno ascoltato per oltre tre ore fino a lunedì notte subito dopo i fatti. Era sotto choc. Prima che lo individuassero era andato in Questura a Latina per costituirsi. Erano le cinque di pomeriggio quando lo hanno chiamato gli uomini dell’Arma. «La stiamo cercando, venga», gli hanno detto. Il datore di lavoro del bracciante agricolo indiano scaricato senza un braccio davanti casa con l’arto in una cassetta della frutta, è finito sotto inchiesta. E’ stato interrogato dagli investigatori e ha ricostruito cosa è accaduto lunedì tra i campi dell’azienda agricola di via del Passo durante la raccolta dei meloni nella sua azienda agricola.
Aveva le lacrime agli occhi quando ha ripercorso tutto. L’uomo è un 36enne che abita a poca distanza dal luogo dell’incidente e ha spiegato di essere entrato nel panico una volta che è avvenuto l’incidente. Dagli accertamenti condotti è emerso che il cittadino indiano rimasto gravemente ferito e che rischia la vita, era senza permesso di soggiorno e non era stato assunto dall’azienda. Era un lavoratore in nero. Quando si è verificato l’infortunio è stato agganciato da un macchinario avvolgi plastica a rullo trainato da un trattore che gli ha tranciato il braccio destro schiacciando anche gli arti inferiori. L’urto è stato terribile, il macchinario compie 400 giri al minuto. Il datore di lavoro, nel corso dell’interrogatorio, ha raccontato che era lui a svolgere quel lavoro e dopo essersi fermato, ha visto il bracciante agricolo procedere di sua iniziativa con le operazioni pur non sapendo come usare il macchinario. Gli accertamenti sono stati condotti dai Carabinieri della Compagnia di Latina, intervenuti con pattuglie della Sezione Radiomobile e del Comando stazione di Borgo Podgora. E’ questa la ricostruzione dell’uomo che era sotto choc quando ha risposto alle domande degli investigatori e ha ripercorso il terribile incidente sul lavoro e le fasi successive.
Sempre secondo quanto è emerso il 36enne ha fatto salire il bracciante agricolo su un furgone e lo ha lasciato davanti alla sua abitazione: sul mezzo era presente la moglie del ferito.
L’indagato, assistito dagli avvocati Stefano Perotti e Valerio Righi, avrebbe aggiunto che in quei momenti quando ha visto il braccio finire nel macchinario, non ha capito più nulla e si è fatto travolgere dall’agitazione. Ha spiegato che quando si è assicurato che stava arrivando l’ambulanza è andato via e ha detto che stava andando in Questura. Il giovane indiano è ricoverato in condizioni gravissime al San Camillo di Roma ed è in prognosi riservata. E’ in pericolo di vita a causa delle profonde ferite riportate.
L’indagine è coordinata dalla Procura di Latina e oltre al furgone su cui è stato trasportato il bracciante agricolo, è stato sequestrato il macchinario.
Gli accertamenti sono in corso su diversi fronti e sono condotti dai militari della Compagnia di Latina insieme al personale della Tutela per il Lavoro e al Servizio di Prevenzione e Sicurezza della Asl di Latina.
L’attenzione investigativa è concentrata inoltre anche sul rispetto delle norme di sicurezza dove è avvenuto il gravissimo incidente. Erano sotto choc anche due testimoni che hanno visto quel furgone bianco che in via Genova nella zona di Castelverde, scaricava il ragazzo indiano. Era senza braccio, mutilato. Una scena atroce di una storia agghiacciante.
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