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Il regalo dei pusher: ascensore rotto e nessuno che interviene da Roma

Decine di famiglie e quattro disabili in difficoltà: il Campidoglio non vuole affrontare la spesa per cambiare tutte le porte e alcuni meccanismi

Il regalo dei pusher: ascensore rotto e nessuno che interviene da Roma

«Abbiamo chiesto più volte all’amministrazione comunale di Roma di fare qualcosa, l’amministratore, bisogna sottolinearlo, sembra aver fatto tutto ciò che poteva, ma in risposta abbiamo ottenuto il nulla. La spesa che i tecnici avrebbero ipotizzato è alta e il Comune di Roma non sembra intenzionato a pagare. Intanto abbiamo almeno quattro disabili che non possono uscire e rientrare in casa facendo sei sette piani di scale e una serie di disagi che tutti possono immaginare».

I residenti della scala della palazzina che affaccia su via Inghilterra e dove, qualche giorno fa, i Carabinieri hanno scoperto e sgominato una piazza di spaccio, sono alla disperazione. Da quando sembra che sia iniziata l’attività illecita, inspiegabilmente, l’impianto dell’ascensore si è fermato. Con il ripristino della legalità e gli arresti, i residenti hanno quindi potuto cercare di riprendersi una normalità riconquistata, ma quando hanno chiesto tramite l’amministratore di condominio, di far riparare l’impianto, la doccia fredda: troppo costoso, servirebbe, sembra, cambiare tutte le porte e alcune parti dell’impianto di sollevamento. Soldi che da Roma non sembra possano arrivare. «Abbiamo disabili, persone anziane, cardiopatici che dovrebbero fare a piedi cinque, sei, sette piani di scale. Capite bene che non è possibile. Così come non capiamo come possa un’amministrazione locale ignorare una situazione del genere».

Gli abitanti si sono quindi rivolti al Comune di Aprilia. «Purtroppo, lo capiamo, le risposte sono sempre le stesse: si tratta di un immobile di proprietà di un’altra amministrazione e per cui il comune di Aprilia non può fare molto, di fatto nulla». Si può capire tutto, ma poi ci si deve rendere conto della realtà: chi deve intervenire? Il Comune di Roma, ma se non vuole farlo cosa possono fare gli abitanti? In passato, di fronte a situazioni simili, andarono in scena proteste veementi con blocchi della strada. Non sembra che le famiglie interessate, quelle che nel quartiere chiamano, “i romani”, vogliano arrivare a tanto, ma vogliono, questo sì, una risposta, un intervento. Così non si può continuare. «Non è - concludono i residenti - bello essere ignorati da un Comune, rivolgersi ad un altro che dice che non è di sua competenza e restare così in un limbo di problemi e disagi. Siamo cittadini anche noi e abbiamo dei diritti che vogliamo siano tutelati».

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