Il fatto
25.06.2024 - 10:00
I campi da padel realizzati all’interno del capannone nella zona industriale - per ora non aperti al pubblico - dovevano essere oggetto di un iter diverso, sono pertanto da ritenersi abusivi, mentre i lavori che hanno portato alla diversa distribuzione degli spazi interni e all’installazione di una scala interna in ferro, essendo oggetto di una seconda Scia - dopo quella annullata - per cui è stata chiesta la sanatoria, non possono essere demoliti prima dell’esito di quel procedimento.
Lo scrive il collegio del Tar in merito al ricorso presentato dalla proprietà dell’area e del capannone in cui, nella zona industriale, sono stati realizzati spogliatoi e campi da padel. Lavori che il Comune nel 2022 definì abusivi imponendo la demolizione. Nel frattempo la struttura era stata ceduta ad una società sportiva che nel marzo del 2023 hanno presentato una nuova Scia con una richiesta di sanatoria.
«Essendo stata presentata la nuova Scia in sanatoria in data 16 marzo 2023, deve applicarsi il principio secondo cui la pendenza di un’istanza volta alla sanatoria di abusi edilizi determina la temporanea inefficacia dell’ordinanza di demolizione, fino all'adozione di un provvedimento espresso sulla predetta istanza». Per questo il ricorso della proprietà del capannone in parte è stato accolto: la parte relativa alle modifiche interne dei locali.
Valutazione diversa invece, il collegio l’ha riservata alla realizzazione dei quattro campi da padel. La proprietà ritiene che la realizzazione dei campi di padel non necessiterebbe di alcun permesso di costruire essendo stata effettuata senza alcun intervento murario o di trasformazione edilizia ma con la mera installazione di pannelli vetrati.
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