Il caso
30.06.2024 - 13:30
La recente interdizione del porto canale di Rio Martino, con divieto di ingresso e uscita delle imbarcazioni, prospetta una nuova improvvisa accelerata alla lenta agonia che il settore della nautica, ma anche tutto l’indotto della comunità di Borgo Grappa, sta vivendo da quando l’approdo al confine con Sabaudia è sprovvisto di darsene, nonostante l’opera milionaria di realizzazione della nuova foce e della sponda lato Latina. Con la stagione estiva compromessa in partenza e l’assenza di soluzioni a breve termine, cittadini e addetti ai lavori si stanno mobilitando prima che la crisi possa provocare nuovi effetti irreparabili. Mentre si studiano iniziative da intraprendere nei prossimi giorni, un gruppo di persone si sta organizzando per creare un comitato spontaneo che possa rappresentare gli interessi di tutti e creare un megafono al malessere vissuto da un’intera comunità, ovvero interloquire con le istituzioni.
La chiusura del canale, che comprende anche l’interdizione dello scivolo lato Sabaudia, fino a pochi giorni fa l’unico autorizzato nel tratto di costa tra San Felice e Nettuno per le unità da diporto, è stata dettata da questioni di sicurezza perché non solo il fondale da anni è soggetto a continue variazioni, ma i mancati interventi di dragaggio hanno reso pericoloso e incerto il transito delle imbarcazioni, impossibile quando la marea è bassa. Quindi mentre il Comune di Latina annuncia l’approvazione degli atti che consentiranno l’utilizzo dei fondi regionali da oltre un milione di euro per i lavori di escavazione del porto canale, gli operatori della nautica e tutto l’indotto che interessa la comunità del litorale si appresta a vivere una grave crisi.
I primi a pagarne le conseguenze sono i pescatori professionisti che in questo momento non possono assolutamente lavorare. La maggior parte di loro lavora con licenze limitrofe e comunque non può permettersi di spostare le imbarcazioni negli altri porti a causa dei costi elevati, quindi stanno studiando soluzioni alternative da proporre all’autorità portuale per poter lavorare. Dopo tutto parliamo di un settore condizionato da fattori ambientali e in questo periodo le condizioni meteorologie sono favorevoli, quindi il fermo obbligato comporta ricadute economiche importante.
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