Cerca

Le intercettazioni

Mafia apriliana, il codice del clan: rispetto assoluto, obbedienza e violenza

Gli indagati alle prese con la necessità di mantenere il controllo del territorio dopo l’arresto di Forniti

Mafia apriliana, le spese legali del capo “pagate” dagli imprenditori

Un boss risoluto, silenzioso, che non si fa guidare dalle emozioni. Quando Patrizio Forniti finisce in manette per le intimidazioni in concorso con i fratelli Gangemi ai danni di due imprenditori di Aprilia e Torvajanica, il gruppo si agita. Il compagno della figlia del boss, viene affrontato e malmenato da un “turco” di Lavinio, un uomo del gruppo che fa riferimento a Giacomo Maddaffari, esponente di spicco della criminalità del litorale con cui il gruppo è in concorrenza, ma anche in rapporti di conoscenza e convivenza.

L’aggressione però, viene vissuta dalla moglie del capo, Monica Montenero, non solo come una onta, una sfida, una mancanza di rispetto al gruppo e al marito, ma anche forse come uno screzio personale che deve essere punito, vendicato subito. E così organizza un incontro con l’autore dell’aggressore, Hasan Ozturk, per tramite di un intermediario, Salvatore Siani, chiamato il Cavallo, a cui si presenta lei stessa in compagnia di Nabil Salami, Simone Amarilli e Sergio Caddeo. Incontro chiarificatore a cui avrebbe dovuto essere presente anche Giacomo Maddaffari, clan Gallace, boss del litorale, in cui ricomporre quella che potrebbe essere una frattura dannosa per entrambe le consorterie.

A muovere la compagna di Forniti per gli inquirenti, è anche la necessità, nel momento in cui il boss è ai domiciliari, di dimostrare la forza, l’assenza di debolezza anche in quel momento. Non a caso Monica Montenero è chiamata dal braccio destro di Forniti, Luca De Luca, “mammasantissima”.
La reazione è violenta, la vittima viene pestata a sangue, gli viene spaccato in testa il telefono e, sembra, viene anche derubata del borsello e di 7.500 euro.

Il codice
Gli inquirenti ascoltano la reazione di Patrizio Forniti a tutto questo. Il boss non è contento. Non si dimostra così la forza di un clan. La compagna del boss non deve, non può presentarsi ad incontri del genere, deve mandare qualcuno, magari i due referenti del capo, Luca De Luca o Sergio Caddeo che però in quei giorni non erano ad Aprilia. Il coinvolgimento diretto della moglie, poteva anche essere causa di una perdita di prestigio e quanto all’intermediario che si sarebbe offerto di mediare: «Quando un uomo sta carcerato non ci devono stare problemi, le cose si devono lasciare correre, le persone che stanno carcerate vanno protetti, capito? Non vanno messe in mezzo alle tarantelle e tu hai messo in mezzo a tarantella, sennò ti chiamavi fuori se non eri all’altezza di "apparare" le cose».

Parla poco Patrizio Forniti in questo incontro con i familiari, la Montenero, la figlia Yesenia, il compagno di quest’ultima Nabil Salami che gli raccontano come è andato il chiarimento terminato in pestaggio. Scuote la testa, non è contento nemmeno di fronte alle spiegazioni del perché il turco è stato pestato: lo spiega Nabil rivolgendosi a Monica: «ti ha parlato anche in un brutto modo... ti veniva incontro, mentre faceva i cazzotti, hai visto non ti faceva uscire dalla macchina, hai capito questo figlio di put... Vado dentro, gli ho detto ‘tu, lo sai con chi stai parlando? lo sono un ospite di Patrizio’». Aggiunge la Montenero: «gli ho detto ‘senti, ma per rispetto per mio marito dove sta?’».

Il rispetto dovuto al boss
Il rispetto, la cosa fondamentale. Patrizio Forniti non è contento: «Va bene, comunque questa cosa era meglio che la gestiva il Falegname» che dovrebbe essere De Luca. Scuote la testa mentre gli descrivono la brutale aggressione del turco.
La donna forse capisce l’errore: «Patrizio io sono andata a parlare...» e lui subito «tu non devi andare a parlare Monica, cosa vai a parlare? (scuote la testa, ndr)».

Lei descrive l’agitazione e lo stato emotivo di fronte alla telefonata della figlia all’ospedale con Nabil con la testa aperta: «ma come no? Mentre io sto preparano la cena, no? Mi telefona questa che piange ‘mamma, corri all’ospedale...». Forniti: «va bene, tu corri all’ospedale, okay va bene. Però tu a parlare, non devi andare a parlare, a parlare ci mandi qualcun altro a parlare, tu di persona non ti devi presentare». Lo spiega il boss chi avrebbe dovuto essere inviato a parlare: «a chi? Non ci potevi... non si poteva aspettare che rientrava il Falegname e ci si mandava il Falegname a parlare, oppure ci mandavi solo Sergio che è meglio Sergio di Simone (il Cavallo)».

I luogotenenti preoccupati
Non sarebbero d’accordo con le modalità di gestione di questa emergenza nemmeno De Luca e Antolini, il primo dice all’altro: «Allora senti che è successo che praticamente lei da coatta antica è andata là a fare la spavalda, questo gli ha detto ‘io sono Turco tu sei una femmina vedi di andartene’».

Lo stesso De Luca se la prende con chi è andato insieme alla Montenero: «Guardate ragazzi se voi fate quello che dice questa, cioè perché non è che hanno toccato la figlia, lei o l’altra figlia, hanno toccato il genero non è che tu ogni volta che lei che ti fa ìl mammasantissima vi andate a fare se storie, perchè dico poi ci sta pure chi sta in torto, e se stai in torto una cosa o un’altra succede... se fate così, voi invece di fargli un favore a Patrizio gli fate bere alla moglie. Se questa è scema se voi gli andate appresso vi bevono a tutti».

Il gruppo ha quindi necessità di ricomporre quella che potrebbe divenire una faida. Si parla addirittura di “guerra”, del “film di gomorra”. Per gli inquirenti è chiaro il ruolo che i familiari di Forniti hanno nel gruppo, e altrettanto chiaro è la necessità, in puro stile mafioso, di non far trasparire debolezze, di mettere al centro il rispetto dovuto al capo, di seguire alcune regole non scritte come il fatto che non si toccano le famiglie di chi è ristretto, e comunque non si manca di rispetto alla moglie del boss.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione