Il fatto
18.07.2024 - 14:35
"Giulia C. è una bambina di 14 anni, nata ad Aprilia l'11 agosto 2010, attualmente in casafamiglia, a cui viene impedito di vedere i nonni con la frequenza che desidera e soprattutto non le viene consentito di vivere con loro, come vorrebbe e come ha ripetutamente ribadito". Esordisce così, nella sua interrogazione parlamentare, l'onorevole Lorenzo Cesa, in merito alla storia di una giovane di Aprilia ospite di una struttura di Latina Scalo, che chiede di andare a vivere con i nonni e per cui, invece, sono state aperte le procedure per l'adozione.
"Il nonno materno, Domenico S. ufficiale della Guardia di finanza dal dicembre 1989 ad agosto 2012, in servizio presso la procura della Repubblica di Roma, sezione polizia giudiziaria, attualmente in pensione, rappresenta che in data 30 novembre 2020 è stato attivato un codice rosso che ha condotto madre e figlia in una casa famiglia, per tutelare entrambe da possibili episodi di violenza perpetrati dal padre della bambina. Nel marzo 2021 il pubblico ministero presso la procura della Repubblica dei minori di Roma, su richiesta dei servizi sociali di Aprilia, ha chiesto l'allontanamento dalla casa famiglia della minore Giulia C. e della madre Antonella S. pur non avendo riscontrato nessun reato. In data 26 aprile 2021 Giulia e sua madre vengono collocate nella casa famiglia «Gardenia» di Latina Scalo, contro la volontà di Giulia, che sarebbe voluta tornare nella casa dei nonni materni. Il 3 giugno 2021 la casa famiglia Gardenia ha allontanato madre e figlia, perché la madre non era in grado di adeguarsi alle richieste poste dalla direzione della Casa Famiglia. In questo caso alla madre di Giulia viene diagnosticato dal dottor Schifano del Centro di salute mentale di Aprilia un grave disturbo borderline".
"Nel frattempo Giulia continuava ad esprimere il desiderio di tornare a casa dei nonni materni, ripetendolo in tutti i contesti in cui poteva esprimere formalmente il suo disagio. Per esempio nel Centro neuropsichiatria infantile di via dei Sabelli e parlando con il giudice Onorario Gizzi, Giulia ha chiesto sempre di rientrare in famiglia, presso i nonni materni, come risulta dalle numerose testimonianze sintetizzate nella relazione di aggiornamento del 15 settembre 2021 a firma delle dottoresse Bonomi e Altobelli che scrivono: «la minore manifesta in più occasioni la volontà di rientrare a casa dei nonni materni». Ciò nonostante la curatrice speciale, avvocato De Toma, dal 26 aprile 2023 sta attivando un processo di adozione etero-familiare, che sottrarrebbe definitivamente la bambina alla tutela dei nonni. La curatrice ha incontrato Giulia solo attraverso videochiamata".
"L'affido temporaneo dei minori ai nonni come attuazione del diritto del minore a crescere nella propria famiglia è sancito e garantito sia a livello internazionale dalla Convenzione di New York sui diritti dell'infanzia e dalla Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli, sia a livello interno dall'articolo 30 della Costituzione, dagli articoli 28, 29 e 39 del Testo unico immigrazione e dagli articoli 1, 2 e 4 della legge 4 maggio 1983, n. 184, il cui titolo è stato cambiato nel 2001 in «Diritto del Minore ad una famiglia». Giulia vuole rientrare nella casa dove da sempre è cresciuta, ovverosia quella dei nonni materni. La richiesta di Giulia è un diritto sancito dalla Costituzione e da norme che sanciscono il diritto del minore di crescere ed essere educato nell'ambito della propria famiglia. Quali iniziative, anche di carattere normativo, per quanto di competenza, il Governo intenda assumere affinché si tenga sempre più conto della volontà del minore per quanto attiene al suo futuro, alla sua stessa vita, valorizzando l'adozione intra-familiare come l'ambito più naturale ed adeguato a garantire al minore stabilità negli affetti e nel contesto socio-scolastico".
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