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Il fatto

Satnam Singh: in aula per ascoltare un’altra testimone

Il 24 settembre la deposizione di una donna presente il 17 giugno nell’azienda agricola

 Satnam Singh: in aula per ascoltare un’altra testimone

Due mesi dopo la deposizione di Soni e di un altro testimone della morte di Satnam Singh, in Tribunale a Latina si svolgerà un nuovo incidente probatorio. E’ il secondo dell’inchiesta. In aula comparirà una donna, una testimone dei fatti di quel tragico pomeriggio quando il bracciante agricolo indiano ha perso un braccio mentre stava lavorando nell’azienda agricola dei Lovato. E’ stato il giudice Giuseppe Molfese ad accogliere la richiesta della difesa di Antonello Lovato, detenuto in carcere con l’accusa di omicidio volontario con il dolo eventuale. La difesa ha chiesto di raccogliere e cristallizzare la deposizione di una dipendente dell’azienda anche lei nel campo il 17 giugno scorso. La deposizione è fissata davanti al gip per il 24 settembre nelle forme dell’incidente probatorio. Sarà una prova utilizzabile nel corso del dibattimento.

E’ questo l’ultimo risvolto dell’inchiesta sulla tragica morte del bracciante agricolo indiano, in Italia senza regolare permesso di soggiorno assunto senza contratto nell’azienda dei Lovato.

Lo scorso 26 luglio in Tribunale nel corso di un’audizione durata oltre tre ore era stata ascoltata la vedova di Satnam Singh che aveva ricostruito i fatti raccontando le fasi successive all’incidente quando Lovato non aveva chiamato i soccorsi e aveva caricato su un furgone Satnam Singh scaricandolo poi a casa in via Genova a Borgo Bainsizza. «Nessuno ha fatto nulla - aveva raccontato la vedova - sono sicura che mio marito era vivo, l’ho visto respirare. Solo dopo aver insistito ad una mia richiesta Antonello ha preso un furgone bianco, ha caricato mio marito riponendo l’arto staccato in una cassetta di plastica per accompagnarci a casa». E’ questa una parte della deposizione di Soni. C’è un altro particolare emerso nell’inchiesta: Satnam aveva sbattuto al testa su un cordolo di cemento e inoltre prima di andare via lo stesso Lovato ha fatto cenno a chi ha visto la scena di restare in silenzio.

Il 38enne di Latina in un primo momento era stato indagato per omissione di soccorso e lesioni gravi ma subito dopo la sua posizione si era aggravata ed è contestato l’omicidio volontario. Dal 2 luglio è in carcere. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia era rimasto in silenzio, i suoi difensori gli avvocati Mario Antinucci, Stefano Perotti e Valerio Righi hanno rinunciato a presentare ricorso al Tribunale del Riesame, adesso il prossimo step è fissato tra poco più di un mese. La moglie del bracciante indiano che vive in una località protetta lontano dai riflettori, è assistita dall’avvocato Gianni Lauretti. Dal 17 giugno il caso di Satnam è diventato un simbolo non solo in Italia ma anche all’estero della lotta contro lo sfruttamento del lavoro e contro il caporalato.

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