Cronaca
28.08.2024 - 07:55
Era affettuoso, sapeva sdrammatizzare ed era professionale. Sembra il ritratto del badante perfetto. Fidato, senza macchia, quasi uno di famiglia. «L’avrei consigliato» ammette il figlio dell’anziano di Latina morto - secondo quanto ha dichiarato l’ex badante Mario Eutizia - per un sovradosaggio di medicinali.
L’indagato ha dichiarato agli inquirenti che lo faceva per non far soffrire più chi stava già male. «Sono scosso per quello che sta uscendo in questi giorni», ammette il figlio dell’anziano che viveva nella zona di piazza Moro. Eutizia - nel corso dell’interrogatorio davanti al pubblico ministero Annalisa Imparato della Procura di Santa Maria Capua Vetere del 22 agosto - ha parlato anche di quando aveva lavorato nel capoluogo. Ha detto che una delle due vittime di Latina era il padre di un vigile del fuoco, aveva fornito nome e cognome del figlio del suo assistito. Aveva aggiunto che l’anziano era non vedente e i fatti sono del 2014. «Mario Eutizia ha lavorato da noi, era una persona professionale. Ma non ha lavorato da noi nel 2014. Mio padre - racconta il figlio dell’anziano assistito da Eutizia - non era malato oncologico e non era cieco e non prendeva quei farmaci che sono usciti sui giornali e in tv. Aveva problemi di cuore e di pressione. E’ morto a 91 anni il 13 agosto del 2017 e non è morto nel 2014».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione