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Il caso

Badante killer, rebus sulle vittime

Impossibile riesumare la salma dell’anziano morto nel 2017: è stato cremato. Si cercano riscontri per l’altra donna

Mario  Eutizia

Mario Eutizia

Si cercano riscontri concreti dopo le dichiarazioni auto accusatorie di Mario Eutizia, l’ex badante originario di Napoli che ha confessato di aver ucciso quattro anziani di cui due a Latina. Il primo step è quello di raccogliere elementi solidi, a partire dalla ricostruzione della morte di un anziano, padre di un vigile del fuoco di Latina. Eutizia sostiene di aver lavorato nel capoluogo nel 2014. Il figlio dell’anziano ha detto di aver conosciuto il badante nel 2017 e il padre è deceduto ad agosto dello stesso anno. Ha aggiunto infine che il padre non era cieco e non prendeva i farmaci di cui Eutizia invece ha parlato nel corso della sua deposizione. Il caso adesso è affidato alla Procura di Latina dopo che il gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Alessandra Grammatica si è dichiarato incompetente per territorio.

Eutizia nel verbale di interrogatorio - davanti al pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere Annalisa Imparato - aveva parlato di aver somministrato un mix letale di sedativi a due persone di Latina. C’è un ostacolo non di poco conto ed è rappresentato dal fatto che è impossibile riesumare la salma del padre del vigile del fuoco: il corpo è stato cremato. Anche la salma di un altro assistito - in questo caso morto in Campania che Eutizia dice di aver ucciso - è stata cremata. Per quanto riguarda la donna di Latina, l’ex badante non ha fornito indicazioni precise. «Mi ricordo solo il nome di battesimo».

La vittima non è stata ancora identificata. L’indagato ha fatto mettere a verbale di aver lavorato sia nel Lazio che in Campania e ha detto di aver somministrato farmaci anche quattro volte di più rispetto a quanto prescritto ad anziani gravemente malati. «Lo facevo per non farli soffrire». Nel capo di imputazione relativo ai fatti di Latina il pm ha messo in rilievo che: «Durante il periodo di permanenza in periodi diversi in corso di accertamento per numerose volte somministrava una dose letale di sedativi per cagiornarne la morte e mettere fine alle sofferenze». Come è riportato nelle carte dell’inchiesta i due anziani allo stato non sono stati identificati. Il giudice di Santa Maria Capua Vetere nella trasmissione degli atti a Latina ha messo in luce che per il caso delle due vittime sono necessarie ulteriori investigazioni e tutti gli approfondimenti perchè le dichiarazioni sono generiche e mancano elementi a riscontro. Intanto nelle ultime ore l’ex badante detenuto dal 22 agosto in carcere a Santa Maria Capua Vetere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla minorata difesa, è stato trasferito di reparto in una area più protetta per motivi di opportunità.

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