Il fatto
01.09.2024 - 12:30
Il sostituto procuratore della Repubblica, Marco Giancristofaro, ha chiuso le indagini delegate al Nipaaf dei carabinieri e alla stazione Parco di Sabaudia inerenti la piscina e opere correlate realizzate abusivamente in zona protetta a San Felice Circeo.
L’area risulta di proprietà della società «Pupilla film srl» riconducibile al regista Paolo Genovese, che risulta indagato insieme ad altre tre persone, ossia Armando Gabrieli, di Terracina, responsabile della società esecutrice delle opere, Roberto Cicconi, il progettista, e Vittoria Lanziolotta, responsabile legale di «Pupilla». Va detto che nelle more dell’inchiesta per abuso edilizio il regista ha comunque demolito la piscina ripristinando lo stato dei luoghi.
La vicenda ha avuto inizio lo scorso marzo a seguito di un sopralluogo del Nipaaf; venne accertato che erano state realizzate opere in difformità con una Scia del 2018, cui erano seguite delle integrazioni nel 2022 e nel 2023; il tutto in un’area di alto pregio e sottoposta a vincolo paesaggistico e archeologico del Parco Nazionale del Circeo.
In specie, a marzo fu accertato che vi era stata la «prosecuzione dei lavori su una abusiva preesistente vasca interrata, delle dimensioni di 8 metri per 4,40 e di profondità di un metro, mediante delle pareti di cemento armato (successivamente demolite)»; contestato altresì il «rifacimento di parte della recinzione perimetrale di confine della lunghezza di 480 metri circa, mediante cordolo di cemento» e «l’installazione di un cancello carrabile di ferro».
Le opere abusive erano state realizzate in località La Villa, una delle aree di maggiore pregio del Parco e proprio per la tutela necessaria in quel tratto la Procura di Latina ha individuato quali parti offese il Comune di San Felice Circeo, la Regione Lazio e l’Ente Parco Nazionale del Circeo, ossia le amministrazioni cui è demandata la salvaguardia delle zone a tutela integrale.
Gli indagati anche al fine di attutire le sanzioni previste nell’ambito del procedimento giudiziario hanno smantellato le opere abusive e dannose per il Parco, tuttavia la contestazione per avere realizzare resta.
Non è stata resa nota, per il momento, la volontà di Comune, Regione e Parco, di chiedere di stare nel processo con una istanza di costituzione di parte civile, posto che già la Procura li ha individuati come danneggiati.
Se si prende in considerazione il lungo elenco di processi per abusi edilizi anche in zone vincolate, sono davvero rari i casi di amministrazioni presenti con istanze di essere parte civile a nome dei cittadini.
Ad ogni modo si tratta di una decisione che potrà essere comunicata per la data dell’udienza preliminare. Nel frattempo gli indagati potranno far pervenire ulteriori controdedizioni circa i fatti contestati, oltre la prova delle demolizioni già considerate dalla Procura.
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