Il caso
18.09.2024 - 14:30
Tra sei mesi saranno trascorsi dieci anni. Il 7 marzo si torna in aula per una nuova udienza dell’ultima tranche del processo dello scandalo dei fallimenti che aveva travolto il Tribunale di Latina. Era il 2015. Ieri pomeriggio in Tribunale ha deposto il commercialista Massimo Mastrogiacomo che aveva presentato una denuncia in Procura il 30 dicembre del 2014 ed erano scattate le indagini. Era stato il primo step. In un secondo momento era stato ascoltato a sommarie informazioni dal pubblico ministero Luigia Spinelli in due occasioni: sia l’8 che il 15 gennaio. Ieri nel corso della deposizione - davanti al Collegio Penale presieduto dal giudice Francesca Coculo e al pm Antonio Sgarrella - il professionista pontino ha ricostruito cosa è accaduto in quel periodo storico. Tutto ha un inizio con le dimissioni del commercialista Marco Viola dall’incarico di commissario giudiziale del concordato Consorzio Costruttori Pontini.
C’è una data precisa: il 9 dicembre del 2014 con una lettera indirizzata al giudice delegato che lo aveva nominato Antonio Lollo sostiene di aver commesso involontariamente nella procedura un errore danneggiando l’immagine del giudice. C’è qualcosa di irrituale in quello che accade. Questa è la premessa. Nel corso della sua deposizione Mastrogiacomo ha ripercorso le prime tappe dell’inchiesta a partire proprio da quando aveva ricevuto l’incarico di commissario giudiziale al posto di Marco Viola. Il professionista rispondendo in modo analitico alle domande sia dell’accusa che della difesa di alcuni imputati ha spiegato che c’era una stranezza nella gestione abbastanza disinvolta di una procedura di un fallimento, pari a 150mila euro. «Lo spiegai al pm - ha detto - e c’era in effetti una anomalia nel prelevamento di una somma di denaro».
E’ per questo che era andato in Procura a presentare una denuncia. Due mesi e mezzo dopo i riscontri tra cui intercettazioni telefoniche e ambientali aveva portato ad emettere i provvedimenti restrittivi firmati dal gip Lidia Brutti del Tribunale di Perugia (competente per i reati che riguardano i magistrati). Quella che si sta svolgendo in Tribunale è l’ultima tranche dell’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile. Nel corso della prossima udienza saranno ascoltati altri testimoni, erano stati citati anche Antonio Lollo, l’ex magistrato ha patteggiato la pena e la cui sentenza è diventata definitiva. Nel corso della precedente udienza la Procura aveva citato come testimone dell’accusa il giudice Roberto Amatore ascoltato nel corso delle indagini.
A vario titolo i reati ipotizzati nei confronti di imprenditori e professionisti sono: bancarotta e induzione indebita.
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