Il fatto
25.09.2024 - 07:30
Da supertestimone a indagata in un procedimento connesso. Il reato ipotizzato è omissione di soccorso. La donna ascoltata in Tribunale - dal gip Giuseppe Cario e dal pm Marina Marra - dipendente dell’azienda dei Lovato dove era avvenuto l’incidente sul lavoro, ha ricostruito in poco più di un’ora e mezza cosa è accaduto il pomeriggio del 17 giugno scorso nell’azienda agricola di Borgo Santa Maria. La supertestimone era a poca distanza dalla compagna di Satnam.
Proprio lì, nello stesso campo. Ha detto che subito dopo l’incidente il bracciante agricolo non ha perso molto sangue. Ha aggiunto che non ha assistito all’amputazione dell’arto ed è arrivata dopo. Ha spiegato che non ha potuto chiamare i soccorsi perché non aveva il telefono e ha cercato di aiutare Satnam. Ha ribadito infine che non è mai salita sul furgone guidato dal suo datore di lavoro Antonello Lovato per andare poi a casa di Satnam.
«Il sangue gli colava dalla bocca, gli veniva quasi da tossire ma non schizzava dalla parte del braccio che aveva perso», è un passaggio della deposizione. Inoltre è emerso secondo il racconto della testimone che sarebbe stato Satnam prima dell’incidente ad avvicinarsi al macchinario avvolgiplastica che gli ha tranciato il braccio, nonostante Lovato gli avesse detto di «non toccare la macchina». La donna ha aggiunto che dopo l’incidente Soni, la compagna di Satnam, abbia detto queste parole: «Capo casa», chiedendo di essere accompagnata con lui.
La dipendente dell’azienda dei Lovato è arrivata in Tribunale insieme al suo avvocato Roberta Verzicco, proprio perché è indagata, ma figurava come testimone in questo caso, era assistita da un legale. Aveva un paio di occhiali da sole e un cappellino bianco, non ha parlato con i cronisti all’esterno del Tribunale. E’ stata la difesa di Lovato a chiedere di raccogliere la sua deposizione.
«La testimonianza è opposta a quello che aveva dichiarato la moglie di Satnam Singh», ha dichiarato la difesa di Lovato. «E’ difficile provare scientificamente che Satnam non abbia perso sangue dal braccio», ha dichiarato l’avvocato Gianni Lauretti che assiste la vedova di Satnam. «I dettagli sono raccontati in maniera diversa - ha aggiunto Lauretti - i fatti restano quelli ma non si tratta di una versione opposta». E’ l’ultimo step dell’inchiesta. Due mesi fa il primo incidente probatorio con la deposizione di Soniche chiede giustizia e che ora vuole rifarsi una vita in Italia. La condotta di Lovato era stata definita dagli inquirenti in un modo: disumana.
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