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Il fatto

Olimpia, cala il sipario. Tutto prescritto

Assoluzione per l’ex sindaco Giovanni Di Giorgi e per altri ex amministratori e professionisti della città

Olimpia, cala il sipario. Tutto prescritto

E’ finita con un «non doversi procedere per intervenuta prescrizione» nei confronti di quasi tutti i 29 imputati del processo Olimpia. Per chi doveva rispondere del reato di abuso d’ufficio è arrivata l’assoluzione. Escono di scena dalle accuse contestate a partire dai reati in materia urbanistica all’associazione per delinquere. A distanza di sette anni e dieci mesi da quando erano state eseguite le misure restrittive e a distanza di oltre quattro anni dal rinvio a giudizio, (al termine di 24 udienze preliminari) è calato il sipario. Esce di scena l’ex sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi, l’ex assessore all’Urbanistica Giuseppe Di Rubbo e poi imprenditori, professionisti, l’architetto Luca Baldini, l’ingegner Luigi Paolelli, il notaio Giuseppe Celeste, l’imprenditrice ed ex presidente del Latina Calcio Paola Cavicchi, l’architetto Ventura Monti.

La prima udienza del processo risale al primo dicembre del 2020: il dibattimento non è mai entrato definitivamente nel vivo. E’ stato ascoltato un testimone, si tratta di un carabiniere che si era occupato delle indagini e aveva ricostruito tutti i fatti a partire dal numero di utenze monitorate. Ieri il processo Olimpia (un nome scelto perché l’inchiesta era scattata dalla piscina comunale di via dei Mille), si è definitivamente concluso. Per chi doveva rispondere del reato di abuso d’ufficio è arrivata l’assoluzione perchè il reato non è più previsto dalla legge come reato in base alla riforma Nordio. Davanti al Collegio Penale presieduto dal giudice Francesca Coculo e dai giudici Enrica Villani ed Elena Nadile, è stata messa la parola fine a tutta l’inchiesta, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina e coordinata dal pubblico ministero Giuseppe Miliano, titolare del fascicolo.

Nel novembre del 2016 erano state emesse le misure restrittive firmate dal gip Mara Mattioli, la bufera giudiziaria era arrivata all’ombra del Comune di Latina. Sotto indagine erano finiti i piani urbanistici, i favori da parte del Comune di Latina alla società Us Latina Calcio che all’epoca dei fatti militava nel campionato di serie B e la materia degli appalti. Tre fronti. Le difese avevano impugnato le ordinanze di custodia cautelare al Tribunale Riesame che aveva annullato le misure restrittive, rimettendo in libertà gli indagati.

Sarà processato il costruttore Massimo Riccardo che ha rinunciato alla prescrizione, deve rispondere del reato di falso ideologico in atto pubblico per la vicenda della palazzina di via Quarto. Sarà processato insieme all’ex parlamentare e vice presidente del Latina Calcio all’epoca dei fatti Pasquale Maietta nei cui confronti viene contestata un’ estorsione nei confronti di un dipendente del Comune di Latina per alcune pressioni relative a dei lavori allo Stadio Domenico Francioni. Alcuni episodi risalgono al 2012, altri al 2013, gli ultimi al 2014 e al 2015. Ieri la fine del processo in un’aula piena di avvocati e anche di alcuni imputati che hanno assistito poco prima delle 13 alla lettura del dispositivo.

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