Il fatto
27.09.2024 - 09:30
Niente da fare. Slitta nuovamente il processo Dirty Glass. Per un legittimo impedimento: motivi di salute del difensore di uno degli imputati e di un imputato (aveva uno stato febbrile e una tracheite).
L’udienza di ieri è saltata ed è stata rinviata a febbraio. «Dire che è bloccato è poco», ha detto in aula il presidente del Collegio Penale il giudice Mario La Rosa al termine dell’udienza riferendosi alla situazione in cui si trova il processo. Il primo atto dell’inchiesta arrivata poi al dibattimento, davanti al terzo collegio del Tribunale di Latina, risale al primo luglio del 2021. Fino a questo momento tra rinvii, eccezioni, una ricusazione presentata dalla difesa di Luciano Iannotta, uno degli imputati e un’istanza di legittimo sospetto relativa a presunti condizionamenti ambientali, ipotizzati dal legale dell’ex presidente di Confartigianato, si è arrivati a ieri.
Il tempo di aprire e chiudere il verbale in una manciata di minuti.
A febbraio del 2021 si era svolta la prima udienza a Roma (il processo poi era stato trasferito a Latina per incompetenza territoriale), il dibattimento non è mai entrato definitivamente nel vivo. Due i testimoni ascoltati fino a questo momento. Erano stati i pm della Dda, titolari dell’inchiesta, a chiedere il giudizio immediato per i presunti responsabili. Era il dicembre del 2020. Due mesi dopo la prima udienza a Roma, ad aprile del 2021 la prima udienza davanti al terzo collegio del Tribunale di Latina dove sono cambiati due presidenti. Poco più di un anno fa - nel giugno del 2023 - l’apertura ufficiale del dibattimento con l’audizione del primo testimone. Queste le tappe temporali. Ieri davanti ai pm Luigia Spinelli e Francesco Gualtieri il rinvio di cinque mesi quando saranno ascoltati alcuni investigatori della Squadra Mobile che si erano occupati delle indagini e i due collaboratori di giustizia: Agostino Riccardo e Renato Pugliese.
Le accuse ipotizzate a vario titolo vanno dai reati in materia fiscale e tributaria fino all’estorsione aggravata dal metodo mafioso. E poi corruzione, il riciclaggio, l’accesso abusivo al sistema informatico, rilevazioni di segreto d’ufficio, favoreggiamento reale, turbativa d’asta.
Anche in questo processo, uno tra i più importanti che si sta celebrando a Latina, è entrata la Legge Cartabia. La nuova norma è stata applicata per il reato di sequestro di persona procedibile non più d’ufficio ma soltanto a querela di parte per quattro imputati. E quindi si è estinto. Le vittime erano un impiegato della Corte dei Conti e un rappresentante di materiale per ufficio. Il sequestro sarebbe avvenuto per un presunto raggiro relativo ad una tangente, che poi si è scoperto fosse finta per un appalto. La norma Cartabia prevede la non procedibilità quando non vi sia una querela della vittima. E così il reato era stato dichiarato estinto. Ieri il processo durato pochi minuti e il rinvio.
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