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Il casco

Tre anni e sei mesi al vicino violento

Condannato il 57enne che a marzo venne arrestato per atti persecutori nei confronti di una donna e della figlia minore

Tre anni e sei mesi al vicino violento

Condanna a tre anni e 6 mesi. Questa la sentenza emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Latina Elena Nadile nei confronti di M.M., il 57enne di Terracina che resta dunque ristretto nella casa circondariale del capoluogo dove era finito dopo l’arresto effettuato dalla polizia nel marzo scorso con l’accusa di atti persecutori e danneggiamento nei riguardi di una donna, sua vicina di casa. Una condanna che ha soddisfatto l’avvocato di parte civile Davide De Mauri.

La vicenda ha avuto inizio nel 2022 e si è protratta fino alla fine del 2023. Una famiglia terrorizzata dall’uomo violento che, in più occasioni, ha stalkerizzato e minacciato la donna e sua figlia, anche armato di accette e arrivando a danneggiare la loro auto. Un incubo che ha avuto fine al momento dell’arresto del 57enne, già noto alle forze dell’ordine, da parte del personale del Commissariato di Terracina al termine di una meticolosa attività di indagine, avviata lo scorso gennaio, vale a dire quando la vittima ha sporto la denuncia “definitiva”.

La donna, stremata, si era infatti rivolta al Commissariato di via Petrarca per mettere fine ai ripetuti episodi di minacce. La vittima aveva raccontato ai poliziotti di un episodio avvenuto e già denunciato nell’agosto del 2022, quando il vicino di casa aveva insultato e minacciato lei e la figlia minorenne mentre brandiva due accette. In altre occasioni il 57enne le aveva lanciato oggetti dalla finestra mentre lei stava rientrando in casa, senza contare altri momenti in cui aveva pesantemente offeso e terrorizzato la vittima.

Poi, nel mese di dicembre 2023, mentre usciva di casa, la donna si era accorta di un visibile graffio sulla fiancata della sua auto e una scritta offensiva, diretta a lei, sul finestrino. Nella stessa occasione, il 57enne aveva inveito contro di lei con fare minaccioso, ammettendo davanti a testimoni di essere il responsabile del danneggiamento.

La vittima aveva raccontato alla polizia che la sua famiglia era costretta a vivere in un costante stato di paura ed ansia. Per questo avevano anche valutato l’ipotesi di trasferirsi altrove: un’opzione che non era stata messa in pratica a causa delle disponibilità economiche insufficienti. Così, per un lungo periodo, la figlia minore si era persino rifiutata di andare a scuola perché temeva per la sua incolumità, mentre la mamma era arrivata a poter rientrare in casa soltanto quando il marito era presente, perché temeva anche di percorrere i pochi metri che dividevano il parcheggio dall’abitazione.

Sulla scorta degli elementi raccolti dal personale del Commissariato di Terracina, l’autorità giudiziaria aveva richiesto l’applicazione di un’idonea misura cautelare al giudice per le indagini preliminari che, concordando con il quadro indiziario, emise la misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del dispositivo di controllo elettronico. L’uomo, però, non indicando un luogo idoneo dove scontare la misura dei domiciliari e non prestando il consenso all’applicazione del braccialetto elettronico, era stato tradotto presso la locale Casa Circondariale di Latina.

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