Il fatto
31.10.2024 - 12:00
Dovrà essere risarcito dallo stesso stabilimento balneare per cui lavorava, il bagnino a cui ieri mattina l’Ispettorato del Lavoro ha riconosciuto le differenze retributive pari a 4.000 euro che lo stesso chiedeva alla società committente per il lavoro svolto durante la scorsa stagione estiva.
Il dipendente, assistito dalla Uiltucs Latina, guidata dal segretario Gianfranco Cartisano, insisteva sul pagamento delle differenze retributive e sulla non corretta applicazione del Ccnl da Anpit Cisal ed altri istituti contrattuali diretti ed indiretti relativi al Ccnl Turismo Confcommercio e per la corretta individuazione del reale datore di lavoro: infatti, tra le varie denunce del sindacato, c’è quella relativa al committente che «si avvaleva del servizio delle società fantasma», come afferma Cartisano.
In questo contesto, sono stati chiamati in causa tre soggetti: il primo, una società assente all’incontro presso l’Ispettorato; una seconda, che ha precisato come fosse la prima a dover pagare le retribuzioni, in base ad un contratto di rete fra parti; una terza società (che rappresenta il datore di lavoro), che ha precisato di avere un regolare contratto con la seconda società per la fornitura del servizio ma di non essere a conoscenza dell’esistenza della prima società.
Insomma, un incastro complicato di soggetti che, alla fine, hanno portato il sindacato a doversi appellare all’Ispettorato, il quale ha riconosciuto come le differenze retributive del lavoratore, pari a 4.000 euro, dovranno essere pagate. Le parti si sono accordate: il pagamento spetterà per metà dalla società committente (la terza), che pur disconosciendo la richiesta interviene per evitare l’alea del giudizio; l’altra metà sarà corrisposta dalla seconda società.
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