Il fatto
17.11.2024 - 12:00
E’ stata disposta una perizia per tradurre in italiano 14 articoli di una rivista scientifica allegati alla consulenza tecnica presentata dal fisioterapista di 45 anni di Latina, accusato di aver palpeggiato nelle parti intime una paziente di 20 anni. Il processo si sta celebrando davanti al giudice per l’udienza preliminare Mara Mattioli e l’imputato, assistito dall’avvocato Luca Giudetti, ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato (un giudizio che prevede la riduzione di un terzo della pena, alla luce degli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari) condizionato ad una perizia.
La difesa dell’imputato ha sostenuto - sulla scorta di una consulenza di parte - che la manovra condotta dall’uomo sulla paziente era consentita e proprio per questo ha prodotto degli articoli di una rivista scientifica molto conosciuta che confermano questo punto. La difesa dell’uomo sostiene che la manovra del proprio assistito è anche uno strumento diagnostico terapeutico. Il processo riprende il prossimo 2 aprile del 2025, entro quella data sarà depositata la perizia disposta dal giudice.
Il reato ipotizzato nei confronti del fisioterapista è violenza sessuale. Nel corso di un’udienza che si era svolta lo scorso maggio. aveva deposto anche un perito nominato dal giudice, un medico legale dell’Università di Tor Vergata di Roma. Il professionista aveva riferito che le manovre condotte dal fisioterapista erano compatibili con l’attività professionale. In aula invece sia il consulente del pubblico ministero Marco Giancristofaro che della parte civile rappresentata dall’avvocato Simone Vittori, hanno sempre ribadito che le manovre non si potevano fare e che quelli compiuti dal fisioterapista sono stati degli atti sessuali.
I fatti contestati sono avvenuti nel febbraio del 2020: la vittima della violenza, dopo la visita nello studio professionale dell’imputato, una volta rientrata a casa aveva raccontato tutto sia al padre che alla madre e aveva presentato una denuncia in Questura negli uffici della Divisione Anticrimine. In base a quanto è emerso - e come riportato anche in sede di denuncia - la ragazza ha detto che si fidava del camice bianco e lo considerava un professionista molto serio. I familiari della ragazza per capire meglio se ci fossero gli estremi per ipotizzare un abuso sessuale, avevano chiamato altri fisioterapisti descrivendo le manovre del 45enne. La risposta era stata una: quelle manovre non erano previste. La versione dell’imputato è sempre stata una: la manovra era di natura medica e non erano palpeggiamenti.
Una volta presentata la denuncia, il fisioterapista era stato indagato a piede libero e la Procura aveva anche nominato un consulente medico da cui era emerso che le manovre non erano consentite e che quella era una violenza.
Il processo è giunto alle battute finali: ad aprile dopo che sarà depositata la traduzione degli articoli scientifici quasi di sicuro è prevista la discussione e la sentenza.
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