Dinamiche
27.11.2024 - 12:30
L’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo sul gruppo dei gemelli Del Vecchio e Lauretti ha presto esteso l’attenzione alla sua ramificazione latinense. I militari avevano scoperto infatti che i fondani fornivano droga a un gruppo latinense che grazie proprio a loro si erano imposti con ferocia nel capoluogo pontino: a comporre questa sorta di filiale erano Alessandro Artusa, reduce dalla detenzione per il coinvolgimento nell’omicidio Saccone di piazza Moro nel 1998, Roberto Ciarelli figlio di Ferdinando detto Furt, e Gianfranco Mastracci. Erano soprattutto i primi due a portare avanti con ferocia la conquista del mercato latinense dello spaccio, anche con ritorsioni volte ad ampliare le zone sotto il loro controllo, persino intimorendo spacciatori legati a gruppi opposti al loro. Un’ambizione spiccata che aveva finito per rompere l’armonia del sodalizio, fino all’estromissione di Mastracci, diventato anche un bersaglio con due tentativo di ritorsione che lo avevano spinto a scappare dagli arresti domiciliari per rendersi irreperibile.
Prima della spaccatura gli investigatori avevano documentato le operazioni dei latinensi per espandersi. Forti della copertura assicurata da Massimiliano Del Vecchio, che non aveva perso l’occasione di andarli a trovare a Latina, in occasione di permessi ottenuti quando scontava i domiciliari in una comunità di recupero a Nettuno, Artusa e Ciarelli avevano cercato di assicurarsi la piazza di spaccio della zona dei pub, contrastando l’egemonia dei pusher legati a Gianni Izzo. In un caso avevano convocato due giovani riferibili a quest’ultimo per un incontro in un capannone riconducibile alla famiglia Mastracci, e li avevano intimoriti puntando loro la pistola.
Successivamente si erano allargati, assicurandosi la fornitura di droga nelle campagne di Sezze Scalo.
Ma ben presto erano emersi i dissidi con Mastracci, perché quest’ultimo aveva preteso che il sodalizio si attivasse per reperire maggiori quantità di droga, indebitandosi con i fornitori fondani, ritenendo che dovevano essere in grado di assecondare la maggiore richiesta di stupefacenti nel momento in cui estendevano il loro raggio d’azione. Il primo a storcere la bocca era stato Artusa, che non gradiva il rischio di esporsi troppo nello stoccaggio di quantità eccessive di droga, poi anche Ciarelli aveva iniziato a dubitare dell’affidabililtà di Mastracci, da loro ribattezzato “il pazzo”, anche per l’esposizione debitoria che quest’ultimo aveva con Del Vecchio. A sua volta Mastracci non gradiva che venisse messo in cattiva luce con i fondani e la situazione era precipitata. Fatto sta che nel giugno del 2021 si registrava l’evasione di Mastracci dagli arresti domiciliari, circostanza che rompeva definitivamente i rapporti tra loro, con Artusa e Ciarelli che si erano poi adoperati per recuperare l’elenco dei crediti vantati dall’ex socio per recuperare i soldi.
Fatto sta che i due latinensi si erano dovuti adoperare per coprire i debiti di Mastracci e avevano deciso, d’accordo con Del Vecchio, di punire il fuggiasco con le armi. Avevano anche il sostegno di soggetti apriliani per stanarlo nel suo covo ad Anzio, ma i Carabinieri avevano impedito la consumazione dell’agguato, arrestando Mastracci per evasione.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione