Gli atti
28.11.2024 - 14:00
«Gli Avvocati del Comune devono rispettare criteri di continenza nel rilasciare dichiarazioni e interviste agli Organi di Informazione su questioni riguardanti gli affari trattati o assegnati, evitare qualsiasi forma di pubblicità personale o atteggiamenti concorrenziali verso colleghi dello stesso Servizio o enfatizzare le proprie prestazioni o successi professionali». Così recita l’articolo 23 della bozza del nuovo regolamento del Comune di Latina redatto per il funzionamento del Servizio Avvocatura. E’ stato scritto un paragrafo apposito. Si intitola: «Rapporti con gli organi di informazione».
Il regolamento è stato presentato ieri pomeriggio nel corso di un incontro tra l’amministrazione, in specie il direttore generale, e i sindacati. Tappa fissata da tempo, esattamente da quando alcuni mesi il Foro di Latina aveva sollevato un deficit di titoli in capo alla dirigente dell’avvocatura, Alessandra Macrì, in quanto non risulta iscritta all’elenco speciale. Ne era seguito un dibattito e successivi incontri, sempre con i sindacati della Funzione Pubblica. L’amministrazione aveva proposto di stilare e presentare un regolamento apposito. Ma nessuno immaginava che dentro un regolamento così specifico e avulso dai canali di informazioni fosse infilata una norma sui giornalisti.
Di fatto l’incipit dell’articolo 23 considera gli organi di informazione e i giornalisti uno strumento pubblicitario per gli avvocati, ove questi si prestassero a farsi pubblicità. Viene, di fatto, sminuita qualunque funzione di informazione e valutazione dei giornalisti circa la qualificazione di una notizia. Ma soprattutto non si comprende a cosa serva specificare una regola che già esiste ed è chiamata segreto d’ufficio, applicato a tutti i dipendenti della pubblica amministrazione. Ed esiste altresì l’obbligo deontologico di tutti gli avvocati iscritti all’Albo di rispettare il segreto professionale sui fascicoli dei loro clienti e di non farsi pubblicità in danno di altri colleghi. E’ possibile che la regola sia stata inserita per eccessivo scrupolo di tutela dell’amministrazione nelle cause (che poi, in fondo, riguardano la collettività), ma è più plausibile che sia un ulteriore passo indietro nel perimetro della libertà di informare ai cittadini.
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