Giudiziaria
07.12.2024 - 09:30
E’ proseguita ieri mattina davanti al gup Barbara Cortegiano l’udienza preliminare per gli imputati dello scandalo del cimitero di Sezze. Come si sa tre di loro hanno chiesto di accedere al rito abbreviato, mentre ieri il pm Taglione ha discusso le posizioni di tutti coloro che vanno avanti con il rito ordinario e ne ha chiesto il rinvio a giudizio per i reati contestati.
Gli avvocati Orlando Mariani e Francesca Apponi hanno chiesto per i loro assistiti la non utilizzabilità delle intercettazioni, poiché queste erano state autorizzate per altro procedimento della Procura di Roma. Eccezione cui si sono associati anche gli altri legali della difesa.
In sunto, ad essere messa in discussione l’utilizzabilità di parte delle intercettazioni, dal momento che l’inchiesta “Omnia 2”, che ha posto al centro dell’attenzione il cimitero di Sezze, nasce da una maxi indagine denominata “Omnia”, in cui vi erano peraltro episodi di prostituzione minorile, in seguito archiviata. Secondo la difesa, le intercettazioni captate a Roma dalla Procura capitolina non possono essere inserite nel procedimento della Procura pontina.
Un aspetto sul quale il Gup Cortegiano sarà chiamata a sciogliere la riserva il prossimo 12 gennaio, ovvero il giorno in cui è stata aggiornata l’udienza.
Il caso del cimitero di Sezze, lo ricordiamo, nasce dal procedimento penale scaturito dall’indagine Omnia 2 che a marzo 2021 portò a una serie di misure cautelari, tra cui due arresti in carcere per l’ex custode del cimitero Fausto Castaldi e l’ex dipendente comunale dell’Ufficio Tecnico di Sezze Maurizio Panfilio.
L’indagine dei Carabinieri e della Procura di Latina – nata in realtà dalla Procura capitolina sulle tracce di un caso di prostituzione minorile (e un giro che aveva coinvolto più minorenni) –,nella primavera del 2021, causò la fine dell’amministrazione guidata dall’ex primo cittadino Sergio Di Raimo.
I reati di cui devono rispondere, a vario titolo, gli indagati, riguardano imputazioni per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio; induzione indebita a dare o promettere utilità; distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato; concussione in concorso; tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato; esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento.
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