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Il fatto

Allarme lavoro nero: è finito l’effetto Satnam

In tre mesi di controlli i Carabinieri hanno riscontrato irregolarità in 18 aziende agricole su 29, tre delle quali rischiano di perdere i contributi europei

Allarme lavoro nero: è finito l’effetto Satnam

Sembra essersi già esaurito l’effetto della morte di Satnam Singh che aveva assicurato per diverso tempo l’esito positivo dei controlli nei campi. Lo rivelano i risultati riscontrati nell’arco degli ultimi tre mesi dai Carabinieri del Comando Provinciale di Latina, che hanno effettuato servizi mirati nelle aziende agricole, congiuntamente al personale dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Latina e ai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, nell’ambito di una campagna finalizzata alla prevenzione e al contrasto del fenomeno del caporalato.

Le accurate ispezioni hanno coinvolto 29 aziende pontine del settore agroalimentare: un lavoro che ha fatto emergere una situazione allarmante, visto che sono state riscontrate e contestate irregolarità in due terzi dei casi. All’esito delle verifiche compiute, infatti, i militari del colonnello Christian Angelillo hanno scoperto situazioni irregolari in 18 delle realtà imprenditoriali monitorate. Tra queste ce ne sono cinque che percepivano contributi dalla Comunità Europea, tant’è vero che per tre è stata avviata la ricognizione della pratica per valutare la sospensione o la revoca dei finanziamenti.

I controlli svolti nell’ambito di questa campagna di prevenzione hanno permesso di vagliare la posizione di 140 lavoratori, dei quali la stragrande maggioranza extracomunitari, ossia 130. Tra questi 18 lavoratori, tutti immigrati, sono risultati impiegati in assenza della necessaria assunzione. Uno addirittura era del tutto clandestino, sprovvisto di qualsiasi tipo di autorizzazione o permesso di permanenza sul territorio nazionale.

Alla luce delle irregolarità riscontrate, i carabinieri intervenuti, attraverso il Nucleo Ispettorato del Lavoro Carabinieri di Latina, hanno proceduto alla sospensione delle attività produttive di 7 aziende. In particolare, per una di queste, gli investigatori hanno proceduto anche al sequestro di natura penale di strutture fatiscenti adibite a dormitorio, cucina e deposito mezzi e attrezzi agricoli in uso all’azienda. In questo contesto sono state denunciate tredici persone che, ciascuno e a vario titolo, sono ritenute responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, mancata sorveglianza sanitaria, mancata valutazione dei rischi e violazione delle leggi afferenti l’impiego di lavoratori senza alcun contratto. Sono state quindi elevate sanzioni amministrative per oltre 9.000 euro.

Ulteriori e più approfonditi accertamenti nei confronti delle 18 aziende presso le quali sono state riscontrate irregolarità, hanno permesso di individuarne cinque destinatarie di fondi UE. Alla luce di questo particolare, nell’ambito delle previsioni normative introdotte di recente, per tre di quelle cinque aziende è stata avanzata una segnalazione all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, con lo scopo di avviare le valutazioni in ordine alla sospensione o persino alla revoca dei finanziamenti ottenuti, sulla scorta delle gravi violazioni delle condizioni di lavoro e ambientali riscontrate.

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