11.01.2025 - 10:30
T-shirt grigia, molto invecchiato, collegato dal carcere Costantino Di Silvio stringe i pugni quando ascolta il verdetto che lo riguarda. Otto anni e quattro mesi. Poteva andare peggio. Una reazione che, al fondo, riassume l’esito del processo Reset. I detenuti fino a quel momento avevano atteso parlando con i secondini in un clima solo apparentemente disteso. Valentina Travali quando sente il suo nome e relativa condanna manda baci all’aula, al suo legale. Il brusio nel nugolo di difensori presenti era cominciato qualche minuto prima, alle 21.17 quando il presidente del collegio ha cominciato a richiamare gli articoli del codice. Per gli avvocati è una vittoria al di là delle singole condanne.
«Il Tribunale ha ascoltato le nostre posizioni, ha vagliato attentamente ogni singolo dettaglio, questo è molto positivo», dice l’avvocato Sandro Marcheselli interpretando lo spirito generale dei momenti successivi alla lettura del dispositivo. Mentre parla i sostituti procuratori della Dda, Francesco Gualtieri e Luigia Spinelli stanno lasciando il Tribunale senza fare commenti. Tra i banchi c’è animazione, sorrisi, qualcuno piange. Riccardo Pasini alza la voce: «Vado a chiedere il certificato adesso».
Poche altre volte il Tribunale di Latina era stato così affollato in tarda serata. Sull’uscio il decano dei penalisti pontini, l’avvocato Angelo Palmieri, si ferma a salutare gli agenti della sicurezza: «Ciao, buona serata a tutti». Sulle scale del palazzone di piazza Buozzi le mamme di etnia rom di alcuni degli imputati commentano ad alta voce, anzi altissima, tra santi madonne e giustizia, cattiva e buona sorte, leggi per bene e leggi per male. Sta per iniziare il carosello delle macchine come si fosse conclusa una partita e in fondo anche di un match si è trattato.
Nelle pieghe di quello che è stato sicuramente un verdetto favorevole alla difesa c’è comunque anche altro: interdizione dai pubblici uffici perpetua per i fratelli Salvatore e Angelo Travali e per Costantino Cha Cha Di Silvio, nonché un risarcimento seppur simbolico alle parti civili costituite, ossia il Comune di Latina e l’associazione «Caponnetto». Scontato il ricorso in Appello da parte di alcune delle difese dopo la pubblicazione delle motivazioni.
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