Il caso
15.01.2025 - 11:37
Sono stati tutti assolti. E questa la sentenza emessa ieri sera dal Collegio Penale del Tribunale di Latina presieduto dal giudice Elena Nadile e composto dai giudici Paolo Romano ed Enrica Villani - al termine di una lunga camera di consiglio, - nei confronti di tre imputati accusati a vario titolo di corruzione.
Tra loro anche un dipendente della Prefettura, colpito da una misura restrittiva emessa nel giugno del 2020. Escono tutti di scena e sono stati assolti: Danilo Nigro di Latina, impiegato in Prefettura, Gurpreet Singh detto Goppi, indiano e Nanda Devender Singh, anche lui indiano. Erano difesi dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo, Alessandro Paletta, Francesco Vasaturo. Nel corso della requisitoria il pm Giorgia Orlando aveva chiesto la pena di 8 anni per Nigro, l’assoluzione per Goppi e 3 anni e sei mesi per Devender Singh.
In aula erano state prodotte le sentenze per altri due imputati sempre dello stesso procedimento che erano stati condannati con riti alternativi. Secondo l’inchiesta - condotta dal pubblico ministero Daria Monsurrò e dagli agenti della Digos di Latina - era emerso un sistema di falsi permesso di soggiorno per gli indiani. Le indagini avevano portato alla scoperta di 48 contratti di locazione per un nutrito gruppo di almeno cento stranieri. Le somme di denaro per facilitare l’iter potevano arrivare fino a 500 euro. Ieri pomeriggio si è svolta la discussione del processo con la requisitoria dell’accusa e gli interventi della difesa. Il collegio difensivo ha cercato di smontare pezzo per pezzo l’impianto accusatorio e alla fine i giudici hanno condiviso la prospettazione della difesa. La Procura di Latina aveva esercitato l’azione penale disponendo il giudizio immediato per cinque imputati, in due avevano scelto un rito alternativo mentre gli altri tre sono andati con il rito ordinario che si è concluso ieri pomeriggio. Tra le fonti di prova raccolte le intercettazioni telefoniche, le informative della Polizia oltre alle dichiarazioni rilasciate da un interrogatorio di uno straniero che aveva ricostruito quello che accadeva.
Sempre in base al castello accusatorio gli imputati si sarebbero fatti corrispondere somme di denaro dagli stranieri garantendo in questo modo un iter più veloce per le pratiche e ottenere il permesso oppure il rinnovo di soggiorno. A distanza di quasi cinque anni da quando erano scattati gli arresti l’inchiesta si è conclusa. Per due imputati che avevano scelto riti alternativi erano arrivate le condanne, ieri pomeriggio le assoluzioni.
Sia Nigro che Nanda Deevender quando è stato letto il dispositivo di assoluzione in aula si sono commossi e c’è stato un pianto liberatorio. Le motivazioni si conosceranno tra novanta giorni.
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