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Il grande bluff degli orti urbani

Il grande bluff degli orti urbani

Terracina

Il grande bluff degli orti urbani
Il grande bluff degli orti urbani

Quando il commissario straordinario diede il via libera, un anno fa, si esultò talmente tanto che si sembrò sul punto di fare il salto “green”: orti urbani a Calcatore, ossigeno tra i palazzi, attività agricola nel quartiere dormitorio. Terracina come Milano. Trascorso un anno, tutto sembra essere stato dimenticato, e siamo qui a tirare le somme del non fatto.

La proposta era arrivata da Agenda 21 quando ancora la prima giunta Procaccini non era stata sfiduciata: assegnare aree verdi comunali a privati ed associazioni per incentivare micro attività agricole a scopo didattico, di autoconsumo, culturale e sociale. L'idea, a costo zero, piacque talmente tanto al sub commissario Antonietta Orlando (delegata alle materie ambientali), che tra il settembre e il dicembre del 2015 (appena due mesi, un vero record in città) fece approvare il regolamento, individuare le aree e stilare una graduatoria dei proponenti. Oltre 2mila metri quadrati di verde, più ulteriori 1.470 metri quadrati da dare a enti no profit, scuole e associazioni a Calcatore. Era novembre 2015, giusto un anno fa, quando Orlando diede mandato al dipartimento Ambiente di procedere con gli atti. A maggio del 2016 esce un atto chiamato “assegnazione aree”. In realtà si scoprirà essere una graduatoria: ci sono il signor Livio Longarini, con 14 punti; il signor Francesco Lucente, con 8 punti e la signora Sonia Ciarmatore, con 3 punti, come partecipanti. L'area da 1.470 metri quadrati è andata invece all'associazione Domus Ethica, rappresentata dal signor Piero Vanni.

Campa cavallo, che l'erba cresce, da quel giorno complici le elezioni, l'insediamento e le priorità, degli orti urbani non si è saputo più nulla. Nei giorni scorsi scopriamo però che uno dei terreni è stato pulito e, a guardarlo in superficie, appare malmesso. Da sotto la terra, smossa dai frustini, spuntano rifiuti e molta plastica. Sarà terra buona per gli ortaggi? Forse sarà il caso di fare delle analisi. Ma chi le pagherà? La graduatoria ad oggi è piantata su un terreno sterile. La paura è che anche questa storia degli orti urbani finisca nell'album delle cose da fare.

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