Giudiziaria
02.02.2025 - 11:00
E’ diventata definitiva la condanna nei confronti dell’uomo di 61 anni, arrestato nel giugno del 2021 in Autostrada all’altezza di Firenze con 125 chili di hascisc. La droga era su un furgone condotto dall’uomo. I giudici della settima sezione della Corte di Cassazione, presidente Luciano Imperiali, hanno confermato la condanna a quattro anni nei confronti di Daniele Piovesan residente a Latina.
La sostanza stupefacente era stata trovata in un doppiofondo di un Fiat Ducato fermato dalla Polizia Stradale durante un controllo. Nel corso del processo di primo grado che si era concluso a Firenze, assistito dagli avvocati Lucio Teson e Antonio Lungo, a fronte di una richiesta di sette anni del pm, l’uomo era stato condannato a quattro anni. Nel corso della perquisizione del mezzo, la Polizia Stradale aveva trovato 26 buste di cellophane termosaldate. Oltre alla detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante dell’ingente quantità, per l’uomo era stato ipotizzato il riciclaggio, (perchè il mezzo secondo quanto contestato era stato clonato), un reato derubricato dai giudici già nel corso del processo di primo grado in ricettazione. A destare i sospetti negli agenti era stato il numero di targa del veicolo. Era emersa infatti una stranezza: l’immatricolazione del Ducato era più datata rispetto alla sequenza alfanumerica. La sostanza stupefacente era stata trovata dalla Polizia al termine di una perquisizione che aveva interessato tutto il veicolo e i sospetti si erano rivelati fondati. Quando il 61enne era stato ascoltato per l’interrogatorio di convalida davanti al giudice del Tribunale di Firenze si era avvalso della facoltà di non rispondere rilasciando però spontanee dichiarazioni e ribadendo di essere all’oscuro di tutto e della botola dove c’era la droga. In occasione dell’ispezione del veicolo gli investigatori avevano notato qualcosa di strano sul pianale di legno con le viti di fissaggio mal posizionate e dopo aver smontato una parte del Ducato, in una botola che si apriva con un azionamento idraulico, avevano trovato la droga. La difesa aveva impugnato la condanna di primo grado e il 14 maggio del 2024 la Corte d’Appello di Firenze si era pronunciata confermando la sentenza di primo grado. Dopo il deposito delle motivazioni era stato presentato ricorso davanti ai giudici della Suprema Corte. Adesso la sentenza è diventata definitiva e i giudici della Corte di Cassazione lo scorso 22 ottobre si sono pronunciati e hanno dichiarato il ricorso inammissibile, nei giorni scorsi il deposito delle motivazioni della sentenza.
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