Il fatto
08.02.2025 - 12:15
Lame e fendenti. C’è un affronto da vendicare per ristabilire la supremazia. C’è il sangue e la paura. E’ stato uno scontro dalle modalità militari. Il gruppo che avanza e poi attacca. La ricostruzione che emerge dalle carte dell’inchiesta è questa. Tre arrestati, 16 denunciati, tra cui alcuni minori. E’ una foto scattata nel centro di Latina, che si sporca di violenza. L’eco dell’indagine che ha portato in carcere tre giovanissimi non si spegne. Le carte dell’inchiesta custodiscono una grande incredulità nel leggere cosa sia accaduto tra due gruppi di ragazzi, giovanissimi. C’è un passaggio rilevante nell’ordinanza cautelare, quando il giudice Giuseppe Cario scrive: «L’indagine attiene a condotte estremamente allarmanti che si ripetono in modo seriale al centro della città di Latina e mettono a repentaglio l’incolumità pubblica nei luoghi di aggregazione di giovani». La testimonianza di un ragazzo, uno dei feriti, è drammatica e toccante, in quei momenti alle 23 e 42 di quel sabato sera, ha detto che ha pensato di morire. «Ho visto il gruppo che poco prima si era scontrato con i miei amici tornare verso il parcheggio - ha dichiarato agli inquirenti - erano lo stesso numero di prima, ma ho visto che c’erano dei ragazzi più grandi, sono arrivati lungo via Neghelli camminando molto velocemente». Il gruppo ad un certo punto si compatta. «Erano molto vicini l’uno all’altro quando ho sentito la lama di un coltello che mi ha bucato il collo in una frazione di secondo». Il racconto continua ed è da brividi. «Ho visto schizzare il sangue mi sono spostato repentinamente all’indietro ma non sono caduto perchè sono riuscito a reggermi ad una macchina parcheggiata lì. Ho pensato di morire in quel momento. Nel frattempo il gruppo di aggressori mi ha sorpassato e si è diretto verso i miei amici». Infine ha aggiunto un altro dettaglio. «Non ho visto il gesto ma ho sentito la lama che entrava», ha detto il giovane. Il gravissimo episodio ha destato grande inquietudine e allarme. «La violenza come metodo per l’affermazione della propria reputazione e soluzione di controversie tra gruppi rivali, rappresenta un fattore inquietante che genera un elevato livello di allarme sociale» è riportato nell’ordinanza. Gli inquirenti hanno messo in rilievo le modalità dell’azione: «E’ stata condotta con l’accerchiamento degli obiettivi designati». Sembra il trailer di una serie tv lontana dalla nostra quotidianità e ambientata altrove. E’ successo qui. A Latina.
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