Il fatto
09.02.2025 - 11:39
La Corte di Cassazione si è pronunciata e ha depositato le motivazioni del ricorso presentato dagli avvocati che assistono Antonello Lovato, il 39enne di Borgo Santa Maria, accusato dell’omicidio doloso del bracciante agricolo Satnam Singh. I giudici della settima sezione della Suprema Corte hanno esaminato il ricorso del collegio difensivo relativo all’ordinanza di rigetto di un’eccezione di nullità in merito alla richiesta di incidente probatorio per ascoltare Soni, la compagna del bracciante agricolo indiano. La donna aveva deposto lo scorso 26 luglio in Tribunale davanti al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese.
La testimonianza della donna e di un’ altra persona era stata richiesta dalla Procura per cristallizzare una prova da portare al dibattimento che rischiava di deteriorarsi oppure si poteva perdere.
I magistrati hanno dichiarato il ricorso inammissibile e hanno condannato il ricorrente alle spese processuali. L’incidente probatorio richiesto dal pubblico ministero Marina Marra, titolare dell’inchiesta, era stato molto lungo e durante l’audizione la compagna del bracciante agricolo aveva ricostruito i fatti contestati. Dal 2 luglio in carcere c’è Antonello Lovato, titolare dell’azienda agricola di Borgo Santa Maria che invece di chiamare i soccorsi aveva caricato Satnam Singh sul suo furgone, lasciandolo davanti casa abbandonando un braccio in una cassetta per la frutta e la verdura. La sequenza si era consumata il pomeriggio del 17 giugno e due giorni dopo Satnam Singh era morto in ospedale al San Camillo di Roma a causa delle gravissime ferite riportate.
Anche dall’esito dell’autopsia è emerso che se soccorso in tempo poteva essere salvato. Antonello Lovato era stato arrestato il 2 luglio in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Latina: le indagini erano state condotte dai Carabinieri della Compagnia di Latina. Il processo per il 39enne davanti ai giudici della Corte d’Assise inizia il prossimo primo aprile, sono molte le parti offese.
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