Il quadro
03.04.2025 - 11:30
La nuova ondata di dazi che partirà oggi, promossa dall’amministrazione Trump rischia di mettere in crisi l’export italiano, soprattutto nelle regioni che più dipendono da pochi settori produttivi. E’ quanto emerge da uno studio dell’Ufficio Studi CGIA di Mestre, che ha analizzato l’indice di diversificazione merceologica delle esportazioni regionali. In questo contesto, il Lazio e la provincia di Latina offrono un quadro a luci e ombre: se da un lato il sistema regionale mostra segnali di vulnerabilità, dall’altro Latina registra una delle migliori performance dell’intero Mezzogiorno.
Un sistema regionale da proteggere
Il Lazio, secondo l’indagine, presenta un indice di diversificazione del 71%, il che significa che i primi dieci gruppi di prodotti esportati coprono ben oltre i due terzi del totale delle esportazioni. Si tratta di un dato che, in caso di shock esterni – come l’introduzione di nuovi dazi su specifici comparti – può tradursi in gravi ripercussioni economiche. Più una regione è legata a pochi settori, infatti, più è vulnerabile.
Non a caso, l’indice del Lazio è peggiore rispetto a quello di regioni fortemente manifatturiere come Lombardia (43%) ed Emilia-Romagna (53,9%), le quali possono contare su una maggiore varietà di settori produttivi. Nonostante ciò, il Lazio si conferma una delle aree più dinamiche del Centro-Sud, con un export regionale che nel 2024 ha raggiunto i 31,5 miliardi di euro, segnando un +8,5% rispetto all’anno precedente. Si tratta del sesto miglior risultato a livello nazionale, dietro solo a Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Piemonte. Una crescita significativa che evidenzia il peso strategico di Roma, ma anche l’effervescenza di alcune province, tra cui Latina.
Latina tra le province con l’export più vivace
Il vero exploit nel 2024 arriva proprio dalla provincia di Latina, che ha registrato un incremento delle esportazioni del 26,7%, passando da 7,9 miliardi di euro nel 2023 a oltre 10 miliardi. Un risultato che colloca Latina al 20° posto tra le province italiane per valore assoluto dell’export e la rende la prima del Lazio dopo la Capitale. Un sorpasso che fotografa una realtà produttiva in pieno fermento, capace di posizionarsi accanto a territori tradizionalmente più strutturati.
A trainare le esportazioni pontine sono in particolare il settore farmaceutico e chimico, la meccanica di precisione e l’agroalimentare trasformato. Nonostante non venga indicata nel dettaglio la composizione merceologica della provincia, è noto che il polo farmaceutico di Latina – tra i più importanti d’Europa – ha avuto un ruolo centrale, soprattutto grazie alla produzione di medicinali destinati al mercato nordamericano ed europeo. Un altro elemento di forza è rappresentato dalle produzioni alimentari, che continuano a conquistare mercati esteri, in particolare in Germania e Francia.
Un’occasione per ripensare la strategia industriale
L’analisi della CGIA mette in evidenza la necessità per le regioni italiane – Lazio compreso – di puntare a una maggiore diversificazione del proprio tessuto produttivo. L’attuale dipendenza da pochi settori rende fragile l’intero sistema in caso di tensioni internazionali, come quelle che potrebbero derivare dai dazi o da guerre commerciali tra grandi potenze.In questo contesto, la provincia di Latina può rappresentare un modello positivo da seguire, ma anche un laboratorio strategico da sostenere. La crescita dell’export locale è un segnale incoraggiante, ma non deve essere dato per scontato. Occorre investire su infrastrutture, innovazione, formazione e supporto alle piccole e medie imprese, affinché la competitività costruita negli ultimi anni possa essere consolidata nel lungo periodo.
Il Lazio può reggere l’urto?
Se da un lato le performance di Latina e Roma fanno ben sperare, dall’altro permangono criticità in altre province laziali. Frosinone, ad esempio, ha mostrato una crescita marginale dell’export (+0,8% nel 2024), mentre Rieti e Viterbo rimangono su livelli ancora modesti. Anche per questo, una politica industriale regionale coordinata e attenta alle esigenze dei territori diventa fondamentale. L’eventuale estensione dei dazi a settori chiave come i prodotti chimici, i macchinari o i beni di consumo potrebbe impattare duramente sulla bilancia commerciale della regione. Da qui l’appello degli analisti della CGIA: è il momento di agire, per prevenire gli effetti dirompenti di una nuova guerra commerciale e per rafforzare il sistema produttivo del Lazio, rendendolo più resiliente e competitivo.
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